L’angolo delle curiosità: Letteratura (IX)
Letteratura e industria costituiscono un binomio che dalla fine degli anni 50’ e nel corso degli anni Sessanta del Novecento, ha interessato da vicino molti scrittori, impegnati a rappresentare la vita di fabbrica e i suoi ritmi alienanti con toni talora drammatici talaltra surreali. (Roberto Carnero)
Mecenate convinse il poeta Virgilio a mettersi al servizio dell’imperatore Ottaviano Augusto. L’imperatore concedette al poeta gli agi di una vita interamente dedicata alla poesia. In cambio ottenne che la sua arte celebrasse la gloria di Roma e insieme desse lustro alla sua progenie, che fu fatta risalire a Enea e identificata con l’originaria stirpe romana. Alla fine della sua vita Virgilio chiese ai suoi amici più fidati di bruciare la sua opera. Ma gli amici si rifiutarono di farlo
La nascita del genere giallo coincide con la pubblicazione de I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe, nel 1841. Da questa data in poi tanti hanno dato vita a storie partendo da coincidenze, indizi, attenzione per i dettagli, come Arthur Conan Doyle, Agatha Christie, Georges Simenon e altri scrittori.
Carlo Emilio Gadda si trasferì nel 1925 a Roma in virtù della sua professione di ingegnere e si rapportò al regime fascista con un crescente disgusto alle cerimonie e ai riti del fascismo trionfante, che pure all’inizio aveva sostenuto in funzione antibolscevica esaltando in alcuni articoli l’operosità del regime in vari campi. Dopo la caduta del regime scrisse uno dei libelli più visceralmente antimussoliniani. Con l’opera al confine tra satira e saggio, Eros e Priapo, Gadda espresse, sfogando la sua avversione, accumulata in silenzio, a Mussolini e alla ideologia del fascismo.
Un secolo fa nel 1924 lo scrittore Thomas Mann pubblicava La montagna incantata. Ha scritto il critico letterario Alfonso Berardinelli che «fra in grandi narratori di inizio Novecento, che segnarono un sorprendente distacco del nuovo romanzo rispetto a quello realistico del secolo precedente, Mann era il più tradizionalista per linguaggio e tecnica costruttiva.
Lo scrittore praghese Franz Kafka (1883 – 1924) ha scritto diari, racconti, parabole allusivamente mistiche e romanzi che non usava pubblicare. Nella sua opera più eloquente, Il processo, racconta la vicenda inspiegabile di una colpa misteriosa attribuita a un innocente che alla fine soccomberà schiacciato da una macchina processuale implacabile.
Il romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato solo grazie all’intuito e alla lungimiranza di Giorgio Bassani e al coraggio dell’editore Feltrinelli, è stato un libro bistrattato dalla critica, Elio Vittorini scrisse è «piuttosto vecchiotto e non sufficientemente equilibrato»; Leonardo Sciascia parlò di «raffinato qualunquismo»; Franco Fortini «odore di dente cariato». Ci furono anche apprezzamenti da parte di Mario Soldati, Eugenio Montale, Geno Pampaloni e Carlo Bo.
Sulla scrivania dello scrittore ebreo Primo Levi, (nato nel 1919 e morto a Torino nel 1987) superstite dell’Olocausto e autore di saggi, romanzi, racconti, memorie e poesie, ha raccontato Philip Roth, c’era una foto di reticolati di Auschwitz e un pezzo di filo spinato che Levi conservò dalla prigionia.
Alberto Arbasino è stato uno dei più importanti protagonisti della nostra modernità culturale, un cittadino del mondo famoso per le sue cronache di viaggio e delle mostre, per le sue critiche teatrali. È stato un conoscitore di tutti i tic, i costumi e i vizi dell’umanità italiana. Celebri sono state “le casalinghe di Voghera”, le sue gite “a Chiasso”, le sue battute fulminanti.
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