Latina di una volta. I tempi d’oro del baseball creato nel 1972, uno sport pieno di grandi successi

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A novembre del 1972 si giocò la prima partita di baseball dimostrativa tra i pontini del Latina Bc e il blasonato Nettuno, pluricampione d’Italia, sul campo dell’Oratorio Salesiano, con tribuna gremita di pubblico. L’inizio di una storia esaltante, poi tanti trasferimenti di “diamanti”. Si è cominciato con gli allenamenti in sordina sul campo della Parrocchia San Francesco, poi via dei Volsci , via Ufente, piazza Moro, Aprilia, ora in via Ezio. Una volta i rossoverdi, nel 1975, affrontarono la Lazio di Giulio Glorioso – il più grande giocatore italiano di tutti tempi – al campo comunale di calcio in una amichevole di lusso. Entusiamo a non finire e cortei di auto per festeggiare i successi consecutivi. L’emittente Musica Radio trasmetteva in diretta partite interne ed esterne con radiocronache mie e di Vincenzo Abbruzzino, nel fine settimana si disputavano due partite. Ogni lunedì andava in onda la trasmissione specializzata Play Ball. Telelazio dedicava ampio apazio al baseball, così come tutta la stampa locale, in testa il seguito settimanale Pontin Sportivo. Era scoppiata all’inizio degli anni ottanta la baseballmania nel capoluogo pontino.
Ha provocato grande dolore tra tanti cittadini di Latina la scomparsa nel 2017 del dirigente sportivo Bruno Poeta, attivo nel baseball, calcio, basket, sci, un personaggio sempre presente su ogni campo di gara e allenamento.
Bruno era originario di Magliano Sabina, il papà aveva creato il primo bar di Latina – in piazza del Popolo – con passione per il ciclismo tanto da oraganizzare il trofeo Bar Poeta. Era molto conosciuto sia negli ambienti sportivi sia in quelli imprenditoriali del capoluogo, visto il lungo lavoro di rappresentante di commercio nel settore edile. Poeta ha ricoperto diversi ruoli all’interno della grande società di baseball pontina, arrivata a disputare il massimo campionato di Eccellenza dopo avere vinto serie C, B, A2, A1, una superba escalation, unica in italia. Latina ha perso con Bruno Poeta una persona che ha contribuito – insieme a tutto lo staff tecnico e drigenziale – a far crescere e divertire centinaia di ragazzi, alcuni arrivati a vestire la maglia azzurra e giocare ad alti livelli con risultati splendidi.
Bruno ha sempre seguito la squadra di baseball sia sul diamante amico che in trasferta. Tante le cose che si raccontano sul poliedrico dirigente che non finiva mai di stupire.
Una volta a Parma la partita era molto intensa, sul filo del rasoio. Poeta – emozionato – svenne vicino la recinzione, fu rinvenuto da un custode che tagliava l’erba.
Sempre a Parma fu vittima di uno scherzo. Lo speaker lo invitò a recarsi con urgenza in tribuna stampa, Bruno si precipitò ma cadde su un gradone, infortunandosi a una gamba.
La velocità è sempre piaciuta al nostro amico, viaggiava a bordo di una Alfetta. Un pomeriggio di domenica raggiunse da Firenze il campo Capannelle a Roma per vedere una partita pomeridiana delle Tigri Latina di softball. Il casellante dell’A1 vedendo lo scontrino con tanto di orario disse scherzando: “Lei ha preso l’aereo”.
Proprio a Firenze il Bruno urlò dalla tribuna rivolto al lanciatore Tittone De Sanctis: “Maurizio sei il nostro dio”. Pronta la battutaccia di un supporter toscano: “Apposta sono tutti atei”. Poeta ha ricevuto dl presidente federale Bruno Beneck un incarico durante i campionati mondiali del 1978 in Emilia-Romagna. Una sera – presente anche chi scrive – gli chiesero di condurre in auto il presidente federale cubano Manolo Guerra da Rimini a Parma. La pioggia era battente durante un serata quasi invernale, non si vedeva nulla. Bruno arrivò a Mantova poi virò verso Parma, un percorso lungo davvero inedito causa un famigerato maltempo. Risata per tutti con Bruno molto divertito.
Durante la rassegna iridata del 1978 in Italia il Latina ingaggiò il giocatore canadese John Davis. Io e Bruno lo andammo a ricevere a Fiumicino nel febbraio del 1979 per cominciare la preparazione atletica. Arrivato a Latina, John volle subito conosce il campo di gioco. Andammo in via ufente dove era posizionato il diamante, lui rimase allibito essendo abituato a grandi strutture con ogni comfort. L’erba alta e la tribunetta con pochi posti lo resero un po’ triste. I primi tempi si adattò bene nella sua nuova residenza. A luglio la sorpresa. Davis si fece arrivare un telegramma dal Canada, disse: “E’ morto un mio stretto parente, devo partire”. Da quel giorno è sparito dall’Italia. Inutili le telefonate dei dirigenti in Canada, la risposta era sempre la stessa : “Sta dormendo”.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.