Ai candidati sindaco di Arpino
Scrivo per sollecitare la vostra autorevole attenzione sulla toponomastica della città. Provengo da una delle più antiche famiglie arpinati – Ianua Coeli dal latino – come risulta, fin dal 1521, dai registri parrocchiali del Colle e della Civita, ma non sono mai riuscito a capire le totali dimenticanze verso mio nonno, mio zio ed altri parenti illustri che hanno onorato il nome del Comune. Ci vorrebbero fiumi di inchiostro per descrivere le gesta del generale della giustizia militare Silvio Iannuccelli, procuratore capo ad Asmara, che nel 1941 ha salvato i beni della comunità italiana, prima dell’arrivo degli inglesi, elogiato dal Duca d’Aosta e da Umberto II. Si è poi distinto come insigne giurista, rimpianto dal mondo forense di Padova e Trieste. Mio nonno, comm. Edoardo Iannuccelli, ha scritto 32 libri su Arpino – tutti a sue spese – creando per primo, grazie alle sue geniali intuizioni, il turismo arpinate, oggi bandiera arancione del Touring Club. Mio nonno ha scritto anche importanti pubblicazioni sull’alcolometria ponderale, essendo commissario capo dell’Utif a Reggio Emilia, ancora valide nei nostri giorni, adoperate da distillerie di chiara fama internazionale. Edoardo Iannuccelli, tornato ad Arpino nl 1960 dopo un lungo periodo tracorso in Emilia, ha proposto la creazione della bella balconata panoramica all’ingresso del paese. SI è poi battuto per evitare la chiusura dell’ospedale Santa Croce, ottendo un risultato accolto con favore dalla popolazione, scoperto personaggi illustri arpinati che conoscevano in pochi come il Gizziello, fatto erigere il monumento all’Apostolo di Napoli, Francesco Saverio Maria Bianchi. Era Accademico Tiberino e membro della Legion d’Oro. Altri miei familiari – arpinati doc – hanno tenuto alto il nome della città in tutto il mondo, in modo professionale e costruttivo. Perché non prendete in considerazione la proposta di intitolare una strada o una piazza? Ritengo sia doveroso.
Paolo Iannuccelli
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