«E’ stata una morte improvvisa e non dovuta al megacolon tossico. La paziente aveva altre complicazioni gravi ed è stata assistita. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare». E’ quanto hanno dichiarato nel corso dell’udienza preliminare i tre medici del Goretti del reparto di Nefrologia ritenuti responsabili di omicidio colposo per il decesso di una paziente nel gennaio 2019.

I camici bianchi hanno aggiunto che la sua situazione era talmente critica che anche un’operazione non l’avrebbe salvata. Alla fine l’udienza è stata rinviata al prossimo 12 maggio quando è prevista la discussione e il magistrato deciderà sul rinvio a giudizio. L’inchiesta all’epoca era stata condotta dal Nas e coordinata dal pm Marco Giancristofaro a seguito di una denuncia dei parenti della donna deceduta. I tre medici ebbero in cura la signora tra il 7 e il 10 gennaio 2019 ed era già dializzata. Fu ricoverata in stato soporos con un’infezione che era iniziata già il 1 gennaio. Secondo il pm i tre medici “per imprudenza, imperizia ed inosservanza delle regole dell’arte medica hanno omesso di eseguire tempestivamente accurati accertamenti diagnostici e di diagnosticare il megacolon tossico e sottoporre in questo modo la paziente al corretto e urgente trattamento chirurgico di colectomia». La loro condotta secondo l’accusa ha causato la morte della paziente a seguito di un’acuta insufficienza cardiorespiratoria.

Tra gli elementi raccolti ci sono la denuncia querela presentata dai familiari, la cartella clinica acquisita dai Carabinieri durante le indagini e altri accertamenti. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Simone Rinaldi, Luigi Di Mambro, Marco Popolla. La parte offesa è assistita dall’avvocato Simona Verdesca Zain.


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