LATINA – «Era un conoscente. Avevo fretta di tornare da mia figlia. Ho accettato il passaggio (e ho sbagliato). Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò?».

La ragazza violentata l’altra sera in provincia di Latina ha voluto raccontare sui social le ore da incubo che l’hanno vista protagonista suo malgrado. Una ferocia incredibile quella del suo violentatore: un 22enne che fortunatamente è stato arrestato. La donna, 30 anni, sarebbe stata avvicinata dall’uomo, a bordo del suo motorino, che si sarebbe offerto di accompagnarla a casa; tuttavia, una volta giunto in una strada isolata, l’avrebbe obbligata con forza a seguirla all’interno di uno stabile dove, contro la sua volontà, l’ha denudata e costretta ad avere rapporti sessuali completi.

«Le sue urla, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa… ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda 6 ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore. Quando non mi ha più cercata, e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo shock, pur di trovare un’uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, rami e spine camminando al buio pesto».

In tutto quel tempo, ciò che le ha dato un motivo per reagire è stato il pensiero i sua figlia, «la mia unica ragione di vita», come spiega ancora. «E per sei interminabili ore bloccata lì, non ho mai dubitato che sarebbe andato tutto bene. Ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia. Non sono io che mi devo vergognare! Ma quell’essere che credeva che avrebbe schiacciato una donna. Forse è riuscito a farmi del male… ma non conosceva la forza di una mamma».

«Questa frase la dedico a lui: non ti farò vincere nemmeno un giorno di più regalandoti la mia tristezza o il mio dolore», conclude.


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