willy

ARTENA- Il delitto consumatosi nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorso ha sconvolto l’intero Paese. Il 21enne di origini capoverdiane è stato massacrato a calci e pugni. Colpito anche mentre era già stramazzato a terra. Una violenza inaudita. La testa presa a calci come un pallone. Dal basso verso l’alto.

Violenza oltre i limiti da parte di ragazzi che praticano arti marziali

Un’azione fulminea e molto aggressiva. Lo ha riferito il tenente Agatino Roccazzello, comandante del Nucleo operativo Radiomobile di Colleferro, ai giudici della Corte d’Assise di Frosinone, nel processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane chef di Paliano ucciso a Colleferro la notte del 6 settembre 2020.

La ricostruzione, durata oltre un’ora, si è basata sulla visione delle telecamere di videosorveglianza della zona, sulle dichiarazioni raccolte dagli investigatori e su uno screenshot inviato da un testimone presente sul luogo del delitto. L’ufficiale dell’Arma ha chiarito che quando è arrivato sul posto il corpo del ragazzo era stato già portato via. Pertanto ha deciso di avviare le indagini all’interno dell’ospedale, dove c’erano alcuni amici del ventunenne.

«A far scattare la scintilla – ha affermato – è stato un apprezzamento a una ragazza avvenuto nella zona della movida. Successivamente, alle 3.23, chiamati da qualcuno, sono arrivati i fratelli Bianchi, i quali hanno parcheggiato l’Audi Q7 in via Buozzi. Sono scesi repentinamente dal Suv per avvicinarsi ai giovani che discutevano. Dalle testimonianze raccolte – ha fatto notare – è emerso che all’inizio l’atteggiamento di Pincarelli e Belleggia è sembrato quasi remissivo. Con l’arrivo dei Bianchi, hanno preso coraggio. Willy è stato colpito subito con un calcio ed è caduto a terra. Ha tentato di rialzarsi ma è stato picchiato nuovamente. Belleggia e Pincarelli lo hanno fatto quando non poteva più reagire: il primo con dei pugni, il secondo con un calcio come quando si colpisce un pallone, ovvero dal basso verso l’alto. Tale circostanza è stata verificata – ha precisato – anche grazie a un’intercettazione telefonica dove, in dialetto, si sente una persona che dice al padre: gli ha dato una zampata».

Sulla presenza sul luogo dell’omicidio di tutti gli indagati, il tenente ha detto che «oltre alle sommarie informazioni raccolte nell’immediatezza dei fatti, e successivamente, ci sono i tabulati telefonici che confermano gli spostamenti. Ma anche i filmati registrati nella sala d’attesa della caserma dei carabinieri, dove due giovani – ha concluso il tenente – mimano i gesti degli indagati». Infine, ha detto di aver constatato personalmente che i Bianchi e Belleggia sono esperti di arti marziali. Nella prossima udienza sarà ascoltato il maestro di arti marziali Giovanni Bartoloni.


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