Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale

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Ieri mi sono comportata male nel cosmo./ Ho passato tutto il giorno senza fare domande/ senza stupirmi di niente.                  Wislawa Szymborska, (Domande rivolte a se stessa)

Questi versi ironici della poetessa polacca, Premio Nobel della Letteratura  sono adatti per introdurre la problematica filosofica che è al centro del saggio filosofico, Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale (Raffaello Cortina editore), di   Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea.

Nella Prefazione del libro l’autore afferma che i temi principali che affronta sono: il metodo filosofico e la natura della filosofia che danno significato e senso a ciò che ci circonda, alle vite e alle esperienze umane.

La filosofia è «passione per il sapere e il capire». È un’attività volta a creare, migliorare e  adattare  il nostro capitale semantico (gli artefatti concettuali) per poter rispondere a domande aperte. E i filosofi sono quegli studiosi che aiutano a vivere meglio le sfide della quotidianità e ad affrontare le questioni più importanti dell’esistenza con maggior coscienza e serenità.

Il libro scritto con chiarezza e grande capacità argomentativa pone interrogativi e domande che stimolano la ricerca. Pertanto occorre porre, con acume e impegno, domande giuste al momento opportuno in modo da avere risposte corrette e rilevanti, convincenti e significative. La buona filosofia, che è storica e contestuale e, nello stesso tempo, logica e universale, consiste nel fare domande e soprattutto nell’offrire varie risposte valide. «La filosofia evolve perché l’umanità che la esprime cambia». Quando l’ambiente culturale cambia, la filosofia fa lo stesso ed evolve presupponendo il rischio di sbagliare, di porre certe domande e di fornire determinate risposte.

Secondo l’autore del libro con La quarta rivoluzione, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, stiamo assistendo a una ripresa, a un “riavvio” del discorso filosofico soprattutto dopo la rivoluzione digitale che con le nuove tecnologie (che influenzano sempre più il modo in cui comprendiamo il mondo) sta trasformando rapidamente e in profondità ogni aspetto della nostra vita: istruzione e intrattenimento, comunicazione e commercio, cultura e salute, scienza e letteratura, politica e conflitto, amore e odio…

L’informatica e le tecnologie digitali hanno cambiato la concezione dell’uomo che  scopre di essere «un agente informazionale interconnesso» che vive in un’infosfera, (un ambiente globale costituito da informazioni e comunicazioni) ed è chiamato a misurarsi con altri «agenti biologici e artefatti ingegneristici». Di fronte a questo mutamento radicale prodotto dalla rivoluzione digitale, o dell’informazione, è necessario ripensare la filosofia e porre domande filosofiche aperte al disaccordo informato, razionale e onesto per disegnare nuove risposte soddisfacenti.

Nel primo capitolo del libro l’autore considera la filosofia un tentativo di rispondere a domande fondamentali, o ultime, aperte (intese come autentici quesiti o richieste di informazioni) e che ha il compito di analizzare le domande e fornire una sintesi delle risposte. Si chiede cosa sia una domanda filosofica le cui variabili, secondo il modello socratico sono la morfologia (la forma), la semantica (il significato, il senso), l’ambito e la rilevanza, che secondo la teoria computazionale sono le risorse richieste per risolvere i problemi.

Le domande filosofiche sono in linea di principio domande aperte, mentre le domande empiriche o logico-matematiche sono domande chiuse; alle prime non si può rispondere in termini empirici o logico-matematici, perché lo scopo della filosofia, come attività semantica, è la chiarificazione logica dei pensieri e delle proposizioni.

La filosofia nel porre domande autentiche ha una natura autoriflessiva, è un processo che si autoalimenta. Infatti la filosofia secondo la concezione classica è analisi di domande e sintesi di risposte. Il domandare filosofico inizia con la possibilità di un disaccordo informato, razionale, onesto. Oggi le domande filosofiche sono aumentate e quindi è necessario disegnare risposte attuali e convincenti.

La filosofia, come “scienza” delle risposte aperte,  come tentativo di rispondere a domande fondamentali, è rispettosa nei confronti della verità empirica, della prova matematica e della validità storica e il suo metodo è il design concettuale, cioè l’arte di identificare e chiarire le domande aperte e di disegnare, proporre e valutare risposte convincenti e chiarificatrici.                                                                                              Nel secondo capitolo l’autore svolge un’analisi in cui una risposta filosofica può essere formulata in termini più o meno corretti e fecondi, avvalendosi del metodo dei livelli di astrazione che, se viene applicato correttamente, conferisce rimarchevoli vantaggi in termini di coerenza e chiarezza.

Nel terzo capitolo il prof. Floridi, partendo dall’epistemologia di Platone, riflette sulla natura della conoscenza tenendo conto che oggi viviamo in una società basata sull’enorme quantità di informazioni, che sono artefatti concettuali e semantici. Questo nuovo e rivoluzionario scenario pone un mutamento di prospettiva rispetto all’epistemologia classica, incentrata sull’utente (consumatore di conoscenza), sui consumatori e destinatari passivi dell’informazione (epistemologia conservativa), e spinge a favorire un approccio conoscitivo orientato sul costruttore, sul produttore di conoscenza (epistemologia costruzionista).                                                                                                Per l’autore un’alternativa alla filosofia dell’informazione di Platone è una filosofia costruzionista dell’informazione (una epistemologia della conoscenza del costruttore) che richiede tentativi ed errori, e la conoscenza in questo modo diventa una impresa collaborativa di crescita e di progressivo aggiustamento. Il nucleo centrale di questa filosofia  è costituito dal minimalismo, dal metodo dei livelli di astrazione e dal costruzionismo. La filosofia costruzionista nel mondo in cui viviamo aiuta a elaborare i concetti necessari per migliorare la nostra facoltà di comprensione.

Nel quarto e ultimo capitolo il prof. Floridi, per dimostrare l’eredità di Turing, per mettere in risalto quali contributi concettuali il logico e matematico britannico ha fornito allo sviluppo della filosofia dell’informazione, del discorso filosofico contemporaneo, si sofferma su cinque specifiche lezioni filosofiche.                                                                                                                       Le prime tre lezioni riguardano il modo in cui il lavoro di Turing sul metodo dei livelli di astrazione può insegnarci a porre le domande filosofiche in maniera corretta; quali sono, oggi, le domande filosofiche più urgenti; l’apporto che Turing ha dato alla nuova antropologia filosofica, a quella che l’autore chiama la quarta rivoluzione (riguardante il computer, l’informatica e le applicazioni tecnologiche).                                                             

La quarta lezione è inerente al settore della filosofia che si interessa  del nuovo ambito della ricerca critica che riguarda la natura concettuale e i principi base dell’informazione (Che cos’è l’informazione?) e della comunicazione, intesa come «flusso o trasmissione di informazioni».

Nella quinta lezione si pone il problema dell’unicità umana in riferimento alla formazione del prezioso capitale semantico con cui gli esseri umani danno un significato e un senso alla realtà che li circonda, a loro stessi e in generale alla loro esistenza. Questo capitale semantico coerente, senza contraddizioni e incongruenze, rende possibile le forme di vita mentale, sociale, politica ed economica. Storicamente la gestione complessiva del capitale semantico è dipeso dalle tecnologie dell’informazione: invenzione dell’alfabeto (la registrazione del sapere), della stampa (la diffusione del sapere) e del computer (la manipolazione del sapere). Le tecnologie digitali accrescono la capacità dell’uomo di sfruttare la ricchezza del capitale semantico e generano nuove forme di capitale.

Nel saggio Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale, Floridi  dimostra in modo illuminante che la filosofia, intesa come progetto umano, come design concettuale, che plasma nuove idee, teorie e prospettive,  può essere utile e proficua per comprendere e gestire i problemi più pressanti che oggi  coinvolgono l’uomo. E i problemi più importanti nella società dell’informazione globale riguardano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione in termini di cause, effetti, soluzioni, miglioramenti, risorse per affrontarli. La filosofia dell’informazione, nel fornire metodologie innovative, cerca di ampliare i confini della comprensione umana e consente all’umanità di dare senso al mondo e di costruirlo responsabilmente.

Per questo motivo  il mondo contemporaneo ha bisogno: di conoscenza filosofica robusta e controllata per dare senso ai cambiamenti radicali prodotti dalla rivoluzione della infosfera; di una nuova metodologia filosofica e di filosofi capaci di risolvere problemi e che si occupino delle profonde trasformazioni scaturite dalla tecnologie dell’informazione della comunicazione e conseguentemente della infosfera.

 


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