Ricordi del Salone Internazionale del Libro di Torino

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Ricordi del Salone internazionale del Libro di Torino

I libri rifiutano gli steccati, sono momenti di inclusione sociale, insegnano ad ascoltare, invitano a conoscere le culture diverse, a rispondere alle angosce del presente e a disegnare nel modo migliore il futuro.                                                            Massimo Bray

Dopo tanti anni, oltre venticinque, quest’anno non sono presente all’appuntamento del Salone Internazionale del libro di Torino, incontro culturalmente rilevante per l’Italia, per la città di Torino e per ogni persona che ama la lettura e i libri.                                I libri hanno sempre costituito nel passato, e costituiscono ancora oggi, il viatico per sviluppare continuamente la mia formazione umana e professionale.

Fin dai primi anni il Salone è stato per me un appuntamento molto importante e imperdibile per la mia crescita personale, un’occasione significativa per “fare rifornimento” di energie culturali e di idee innovative, capaci di aprire nuovi orizzonti di comprensione della realtà sociale e politica, culturale e professionale, soprattutto negli ultimi decenni del secolo scorso.

Nella kermesse culturale torinese, dalla inesauribile curiosità per i libri e per la cultura, ho avuto la possibilità di incontrare, negli straordinari eventi culturali, personaggi di rilievo della cultura nazionale e internazionale, illustri Premi Nobel della letteratura, della scienza, dell’economia, della Pace e del mondo spirituale.

Nelle “Sale” (Gialla, Rossa, Azzurra, Oro) e nell’Arena Bookstock del Lingotto e nell’immenso Salone dell’Auditorium ho avuto il privilegio di ascoltare le illuminanti e affollatissime Lectio magistralis  di Umberto Eco, José Saramago, Enzo Bianchi, Massimo Recalcati e molti altri illustri personaggi del gotha culturale del nostro   tempo.

Durante le giornate del Salone ho avuto la possibilità, oltre di essere aggiornato sulle ultime novità librarie degli autori da me prescelti ed amati, anche di colloquiare con “maestri” di vari settori delle scienze umanistiche e del mondo della scienza, del teatro, del cinema e del giornalismo come il linguista Tullio De Mauro, il giurista Gustavo Zagrebelsky, lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami (dopo il rientro da Cannes e il successo ottenuto con il celebre film La vita è bella), gli scrittori Antonio Pennacchi e  Melania Mazzucco (rappresentanti in una edizione della regione Lazio), il poeta Franco Loi, il teologo Gianfranco Ravasi e il giornalista Eugenio Scalfari e tanti altri.

 Le giornate trascorse nei padiglioni, tra gli stand del “Lingotto Fiere”, sono state sempre  intense e frenetiche per il desiderio di apprendere, per soddisfare la sete di conoscenza che mi ha sempre accompagnato nel corso della mia crescita umana e culturale. Sono  sempre stati momenti in cui si saltavano le pause per mangiare, per poter essere presenti nei dibattiti, nei workshop, nei seminari, nella tavole rotonde, che si alternavano freneticamente.

Memorabili sono stati gli scoppiettanti incontri con il regista, scrittore, autore, illustratore, pittore e scenografo Dario Fo, Premio Nobel della letteratura nel 1977, durante i quali il “giullare” attore, servendosi anche del grammelot, presentava, di volta in volta, i suoi libri (La bibbia dei villani, La figlia e il papa,  L’osceno e il sacro e altri).

Dopo le impegnative  giornate, trascorse nel Salone di Torino sono sempre tornato a casa arricchito anche per le stimolazioni ricevute nelle mostre, nei laboratori, nelle immagini dei filmati e soprattutto nei numerosi incontri con le grandi personalità della cultura nazionale, europea ed internazionale, come il filosofo spagnolo Fernando Savater, il poeta, scrittore e saggista nigeriano Wole Soyinka, Premio Nobel per la letteratura nel 1986, considerato uno dei più importanti esponenti della letteratura dell’Africa sub-sahariana, lo storico del mondo antico e filologo italiano Luciano Canfora, lo scrittore e giornalista  Paolo Rumiz, i filosofi Massimo Cacciari, Giulio Giorello e Maurizio Ferraris, il critico letterario Alberto Asor Rosa, lo scrittore Claudio Magris e lo storico Alessandro Barbero e tanti altri.

Bei ricordi e un triste rammarico per non poter essere presente alla XXXIII edizione 2021, dal titolo «Vita Supernova» (un riferimento esplicito al «sommo poeta», Dante Alighieri, di cui quest’anno si festeggiano i 700 anni dalla morte), sicuramente molto interessante come quelle straordinarie del passato, dove ho avuto modo di sognare, immaginare un mondo diverso a partire dalla cultura.

 

 

 

 


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