Rifiuti, Simeone (FI): “Per scongiurare discarica ad Aprilia serve una posizione chiara del Consiglio Provinciale e dei Sindaci”

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Giuseppe Simeone, Consigliere Regionale di Forza Italia

ROMA – Una nota del consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone:

“L’ipotesi di realizzare una discarica a servizio di Roma nel Comune di Aprilia sta destando preoccupazione tra i cittadini. Preoccupazione rispetto alla quale devono assumersi posizioni chiare a tutela del nostro territorio che non deve diventare, né oggi né mai, la discarica della Capitale. Con questo obiettivo ho inviato una nota al presidente della Provincia di Latina, Eleonora Della Penna, chiedendole di valutare la possibilità di convocare con urgenza il consiglio provinciale e la conferenza dei sindaci perché ciascuno possa esprimersi ed insieme si possa definire la posizione della Provincia e dei 33 Comuni che rappresenta sull’ipotesi di realizzare una discarica di servizio per Roma sul nostro territorio, mettendo in atto ogni azione univoca e condivisa per impedire che sia il nostro territorio a subire le inadempienze e le incapacità politico amministrative di Roma, della Regione Lazio, e di chi le governa. L’ipotesi di realizzare una discarica, nel Comune di Aprilia, a servizio della Capitale nasce dalla volontà di scaricare l’emergenza rifiuti di Roma sulle spalle dei cittadini della nostra provincia già gravati da servitù come quella di Borgo Montello. Ipotesi su cui, al di là delle opposizioni espresse a mezzo stampa, è indispensabile che tutte le istituzioni, Provincia e Comuni, si esprimano in modo chiaro, non interpretabile e senza tentennamenti. E’ utile ricordare, a tal fine, il contenuto della  deliberazione approvata dal consiglio provinciale a maggio 2016 contenente la proposta di aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti. Atto con cui la Provincia di Latina, non spogliandosi delle proprie responsabilità, ha preso atto della situazione reale, valutato i dati, verificato lo stato dell’arte in termini di impiantistica, recepito le istanze degli enti locali, identificando le aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti e le zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento. Atto contenente linee precise rispetto le quali la Regione Lazio non può soprassedere perché qualsiasi decisione assunta in contrasto con esse si trasformerebbe in un vero e proprio schiaffo alle esigenze dei cittadini della provincia di Latina. Il settore dei rifiuti nel Lazio è segnato da una serie di promesse non mantenute. In primis quelle del presidente della Regione Lazio, Zingaretti, che aveva assicurato la redazione di un nuovo piano dei rifiuti, più rispondente alle mutate e specifiche esigenze dei singoli territori, entro dicembre 2013 di cui ancora non vi è traccia. Ma ciò non deve distrarre l’attenzione dal fatto che oggi nel Lazio un piano dei rifiuti esiste ed è quello del 2012 a cui tutti debbono attenersi. Compreso chi, come il sindaco di Roma, amministra la città che produce circa 1 milione e 700 mila tonnellate di rifiuti, corrispondenti a circa il 60% della produzione totale del Lazio. E che deve sentire la responsabilità di dire, nel rispetto del principio di autosufficienza e nel rispetto dei cittadini che rappresenta, come intende smaltirli identificando le aree idonee nel suo territorio per la localizzazione degli impianti senza scaricare tale responsabilità sugli altri. Perché chi amministra, nessuno escluso, deve nel rispetto del principio di autosufficienza, decidere come affrontare il problema e risolverlo. Non si governa con la doppia morale ma con atti concreti e decisioni responsabili capaci di attuare le strategie migliori per evitare le emergenze sul territorio in cui sono state create. Oggi di tutto questo, purtroppo non c’è nulla, ed il rischio è che tanta confusione si trasformi nell’alibi per assumere decisioni lesive del nostro territorio che solo con una mobilitazione compatta delle istituzioni a tutti i livelli potremmo concretamente scongiurare. Ed oggi l’obiettivo prioritario da raggiungere è l’autosufficienza e la capacità di ogni territorio di chiudere il ciclo dei rifiuti laddove vengono prodotti. Su questo non si può transigere”.

 

 


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