Sport e disabilità un binomio imprescindibile, al quale San Felice Circeo ha dedicato una tavola rotonda svoltasi domenica scorsa presso il “Centro Ferie Salvatore”, struttura alberghiera attrezzata per disabili, con il contributo di associazioni del territorio e un gruppo di 90 persone, studenti e professori di un istituto scolastico danese, 25 delle quali costrette su sedia a rotelle.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, i responsabili di InTeam, progetto sull’inclusione sociale attraverso lo sport, Danila Faiola, psicologa e psicoterapeuta autrice del libro “Cambiare lo sguardo. Noi visti da voi” (nato dalla collaborazione tra le strutture di Latina dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dell’Istituto di scienze umane e sociali) e Davide Colla, esperto di educazione ambientale e consumo sostenibile che sta per diplomarsi nella disciplina dell’adaptive surfing alla Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard per far cavalcare le onde anche alle persone con disabilità.

“In pochi mesi – commenta Felice Capponi, assessore allo Sport del Comune di San Felice Circeo – il nostro territorio ha ospitato diversi eventi e incontri che hanno dimostrato la straordinaria capacità inclusiva dello sport. La decima edizione di “Rugby in carrozzina” ha visto una sfida fra atleti disabili e normodotati, i quali, anche se per poco tempo, hanno sperimentato le difficoltà di non poter camminare, un’esperienza sicuramente più significativa di mille spiegazioni.” “Poi – continua – abbiamo ricevuto la visita di Sasha Avdevich un paratleta bielorusso di handbike che ha fondato un’associazione per aiutare persone nella sua stessa condizione, aprendo nel suo paese una catena di caffetterie dove lavorano solo persone disabili”.

“Ogni anno da 30 anni – ricorda Sabina Avagliano, responsabile del Centro – ospitiamo studenti e professori della Egmont Højskolen, molti dei quali sono disabili. Per questo motivo, domenica abbiamo organizzato per loro alcune attività sportive e la tavola rotonda, che ha permesso a italiani e scandinavi di confrontarsi sulle realtà italiana e danese.”

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