E’ omicidio preterintenzionale e non volontario. A queste conclusioni sono arrivati i giudici che stamani hanno interrogato per oltre due ore Camillo, il ragazzo di Caserta accusato di aver inferto la coltellata mortale al 17enne, che ora andrà ai domiciliari
Camillo sta tornando a casa. Non voleva uccidere Romeo. Quella di martedì sera a Formia è stata una rissa degenerata. Sono queste, alla luce delle ulteriori indagini svolte dal locale commissariato e dell’interrogatorio a cui questa mattina è stato sottoposto per circa due ore il sedicenne di Casapulla, in provincia di Caserta, le convinzioni del sostituto procuratore per i minori di Roma, Maria Perna, e dello stesso giudice per le indagini preliminari Federico Falzone, che ha concesso al giovane i domiciliari.

Dopo la morte di Bartolomeo Bondanese, detto Romeo, 17 anni di Formia, ferito da una coltellata che gli ha reciso l’arteria femorale e non gli ha lasciato scampo, al culmine di un litigio per futili motivi in via Vitruvio, tra un gruppo di ragazzi del posto di cui faceva parte la vittima e la comitiva dell’indagato, Camillo B. era stato sottoposto a fermo con le accuse di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili, lesioni gravi e violazione della legge armi, per aver portato fuori casa un coltello.

Il 16enne è stato rinchiuso fino a questa mattina in un centro di prima accoglienza per minori di Roma, con le pesantissime accuse di aver ucciso volontariamente il 17enne e ferito gravemente il cugino di Romeo, Osvaldo V., ricoverato all’ospedale “Dono Svizzero” di Formia dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

Le ulteriori indagini svolte dal commissariato hanno però portato gli inquirenti a escludere l’ipotesi dell’agguato e soprattutto della volontà del 16enne di uccidere Romeo. Per gli investigatori in via Vitruvio c’è stata una rissa e i giovani di Formia hanno provocato la comitiva di Casapulla.

“Eccoli, sono arrivati i napoletani”, avrebbero detto. Le parole sarebbero quindi diventati insulti, sarebbe partito qualche pugno e poi è spuntato fuori un coltello, forse più di uno, ma su quest’ultimo aspetto, sulla dinamica esatta dell’accaduto, il riserbo degli inquirenti è massimo essendo gli accertamenti ancora in corso. Quel che è certo è che il numero degli indagati sembra ormai inesorabilmente destinato a crescere, con una decina di giovani che rischiano di trovarsi a rispondere del reato di rissa e forse non solo.

Camillo, sconvolto, ha risposto alle domande del giudice. Un confronto difficilissimo. A più riprese il 16enne è scoppiato a piangere ed è stato necessario intervallare l’interrogatorio con diverse pause.

“Ero con i miei amici, siamo andati prima a Gaeta, per andare al mare, e poi ci siamo fermati a Formia per prendere un panino da McDonald’s”, ha dichiarato l’indagato, assistito dagli avvocati Luigi Tecchia e Giuseppe Biondi. “Sono distrutto”, ha ripetuto più volte. Il sedicenne ha quindi riferito delle provocazioni da parte del gruppo di Formia e aggiunto di essersi ritrovato in pochi secondi in una rissa.

“Da quel momento non ha capito più niente – ha assicurato – mi sono visto di fronte, all’improvviso, dei ragazzi che hanno iniziato a colpirmi. Poi sono caduto a terra. C’erano tante persone”. Un racconto confuso, vista anche la concitazione del momento. Infine il dramma. Con diversi aspetti ancora da chiarire.

Come chiesto dalla stessa Procura per i minori e dalla difesa, l’accusa di omicidio volontario è stata derubricata in omicidio preterintenzionale e si è aggiunta quella di rissa. Un quadro diverso, meno pesante, per cui il gip Falzone ha concesso a Camillo i domiciliari. Il 16enne ora è in auto insieme ai genitori, sta tornando a Casapulla. Un doppio dramma quello su cui stanno indagando gli inquirenti, quello di Romeo, con la sua famiglia distrutta dalla perdita di quello studente con la passione per il calcio a cui a Formia tutti volevano bene, e quello di Camillo, un altro studente considerato una promessa del calcio, che si trova con la sua giovane vita segnata da un episodio così tremendo.

( Fonte La Repubblica )

 


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