LATINA – Anche Monia (cosi il nome della dipendente), aveva deciso di sposarsi e farsi una famiglia ma evidentemente era chiedere troppo.

Non siamo nel Medioevo ma nel 2019, poco prima del Covid-19 e così succede che un’azienda, operante nel settore metalmeccanico con oltre 30 dipendenti, decida di licenziare una lavoratrice storica, addebitando alla stessa, presunte mancanze anche gravi di rilevanza penale per giungere ad un licenziamento per giusta causa in tronco e non pagare nemmeno il preavviso. Ritenendosi discriminata ed avendo capito le reali motivazioni inerenti il licenziamento, la dipendente decide di rivolgersi al proprio legale per ottenere giustizia.

E così per il tramite del proprio legale Avvocato Fabio Leggiero noto giuslavorista del foro di Latina il licenziamento veniva impugnato dinanzi il Tribunale di Latina nella Sezione Lavoro di via F. Filzi.

Ieri (24.02.2021) il Tribunale di Latina in funzione di Giudice del Lavoro dott. U. M. Costume ha accolto totalmente la tesi difensiva della lavoratrice accertando la natura discriminatoria e la violazione della legge in materia di pari opportunità nei rapporti di lavoro tra l’uomo e la donna.

Così facendo il Tribunale acclarava la reale motivazione -illecita quindi- alla base del provvedimento espulsivo dichiarandolo nullo cioè inesistente e condannando l’azienda all’immediata reintegra ed al pagamento di tutti gli stipendi dalla data della sua estromissione dal lavoro sino alla ripresa in servizio.

Commenta così la sentenza, l’Avv. Fabio Leggiero legale della lavoratrice: Finisce un incubo per la dipendente rientrata dal viaggio di nozze e messa alla porta. E’ stata dimostrata la reale motivazione sottesa in capo al licenziamento, nessuna grave inadempienza, ma solo la circostanza ovvero il fatto che aveva detemrinato il licenziamento cioè  che una donna al pari di un uomo non abbia il diritto di sposarsi. In questo momento storico particolare dobbiamo tutti riflettere, affinchè alcuni stereotipi a colpi di sentenza ed interventi normativi, siano  messi al bando, a tutela della parità di genere e di quel diritto alle pari opportunità tanto richiamato dai padri costituenti e soprattutto dallo Statuto dei Lavoratori, e traslato dal mondo del lavoro alla società civile per un modello di democrazia paritaria e per una società più riguardosa dell’individuo di qualsiasi genere esso sia.

Da domani Monia potrà tornare al lavoro.


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