Terracina. L’assessore Cerilli risponde alle critiche di Europa Verde sull’affidamento delle spiagge comunali

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TERRACINA – La nota dell’assessore al Turismo e al Demanio Marittimo Barbara Cerilli.

“Le osservazioni di Europa Verde sulla decisione dell’Amminsitrazione Comunale di affidare a terzi le quattro spiagge comunali, partono da presupposti errati e da convincimenti che non attengono alla realtà dei fatti.

Innanzitutto l’accusa di scarsa cautela circa la durata quinquennale dell’affidamento per via delle decisioni riguardanti l’eventuale applicazione della Direttiva Bolkestein.

Il tema, ovviamente, è strettamente legato anche all’estensione delle concessioni al 2033 estensione delle concessioni al 2033 che abbiamo approvato lo scorso autunno.

Le recenti sentenze del Tar di Firenze e del Tar di Lecce hanno stabilito la piena applicabilità della norma nazionale (legge 145/2018, confermata nel merito dalla 77/2020, il cosiddetto ‘decreto rilancio’), evidenziando che la Direttiva Bolkestein non è né direttamente applicabile né direttamente efficace. Senza contare le possibili denunce di omissione di atti d’ufficio e di danno patrimoniale da parte dei titolari di stabilimenti balneari.

In ordine poi all’affermazione sui presunti prezzi calmierati in caso di gestione diretta del Comune, ricordo che i prezzi delle strutture in concessione sono stabiliti dalla Regione Lazio.

Per le convenzioni, invece, si tratta di una modalità del tutto diversa che riguarda un servizio in più di cui si può disporre sulle spiagge libere, che rimangono tali, ma presso le quali è possibile scegliere se portarsi le proprie attrezzature o noleggiare giornalmente in loco ombrellone e sdraio che vengono installate e rimosse nella stessa giornata.

Europa Verde fa bene a ricordare che un Comune non è un’azienda privata chiamata a rispondere a criteri di profitto, ma a quelli di efficienza e qualità del servizio sì. Solo che deve farlo con le mani legate perchè gli è impossibile agire con le stesse dinamiche di un privato, mentre gli viene chiesta una gestione diretta e professionale di una spiaggia.

Basta pensare, ad esempio, alle problematiche per le assunzioni di personale che devono avvenire tramite le procedure pubbliche, con la burocrazia necessaria e tutto il corredo di immancabili sospetti e accuse di ‘assumificio’, anche se infondate.

Con la subconcessione, invece, il Comune percepisce un corrispettivo prezioso ed evita tutte le difficoltà legate alla gestione delle spiagge comunali affidate a privati che garantiscono certamente un servizio più efficiente.

Le spiagge libere, come detto in precedenza, rimangono e sono anche migliorate nelle possibilità di fruizione tramite lo strumento delle convenzioni.

Colpisce il fatto che, una volta di più, emerga la marcata avversione verso l’iniziativa privata: si dimentica che le priorità degli imprenditori balneari sono proprio quegli argomenti cari anche ai movimenti ecologisti come la lotta all’erosione, la tutela della qualità delle acque e degli arenili, perchè mancando queste sparisce anche l’atttività economica.

Il punto non è favorire il privato, come si vorrebbe far credere, ma consentire una gestione migliore di questo genere di servizi, capace di accrescere contemporaneamente la qualità dell’offerta turistica, l’occupazione, lo sviluppo economico e la tutela delle risorse ambientali.


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