LATINA – E’ stato dimesso dopo 14 giorni il bambino colpito qualche giorno fa da un’epatite acuta, patologia di cui ancora non si riesce a trovare l’origine. L’Iss ritiene improbabile il collegamento con l’adenovirus supposto in seguito alle dichiarazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità sui 190 casi nel mondo (tutti bambini).

“L’adenovirus – precisa l’ISS – non è associato normalmente a malattie epatiche ed escludiamo anche il collegamento con i vaccini perché i bambini anzitutto non erano vaccinati, e poi perché l’adenovirus contenuto nei vaccini a vettore adenovirale utilizzati per esempio da AstraZeneca e Janssen è geneticamente modificato in modo da non potersi replicare nel nostro corpo”.

Tra le ipotesi c’è quella di un adenovirus mutato oppure di un’azione “tandem” dell’adenovirus con un altro virus. Secondo altri esperti ancora, l’immunità dei bambini si è ridotta a causa dei diminuiti contatti sociali durante la pandemia, anche se questa tesi non convince in molti.

Intanto c’è in vista la pubblicazione della valutazione del rischio. “Le indagini sono in corso e ci sono molte incognite”, ha detto la direttrice del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Andrea Ammon. Attualmente in Italia sono tre i casi confermati e una decina le segnalazioni mentre un trapianto è già stato effettuato.

L’invito del ministero rivolto ai genitori è di non allarmarsi, perché i sintomi iniziali sono simili a quelli di una comune influenza gastrointestinale. Il sintomo più evidente è l’ittero (colorazione gialla della pelle), accompagnato da nausea, vomito, febbre.


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