Non è una novità, uno dei non pochi mali italiani è sempre stata la maledetta,endemica e frenante BUROCRAZIA. A proposito della quale non val la pena scomodare Kafka e sociologi o psicologi annessi e connessi: è un dato e un aspetto talmente palese e palmare che pure il più zoccolone degli imbecilli è in grado di spiegare. Uno degli aspetti più incredibili e indecenti di questo paese, ostaggio di una macchina burocratica di proporzioni elefantiache, per questo aspetto uno dei più arretrati del resto d’Europa e altrove. Una burocrazia la cui testa non è semplicemente quella di un Mostro dalle sette e più teste (i vertici e derivati), dispotico e terribile bensì un’enorme testa gigantesca,una tragicomica Testa di c….! Con lo strapotere di rallentare,bloccare,polverizzare ritmi,ingranaggi e risoluzioni spesso preziosi. D’imbruttire e abbrutire l’immagine del cosiddetto Bel Paese. U.Eco scrisse un bel catalogo-saggio, “Storia della bruttezza”(seguìto a “Storia della bellezza”)> “….di solito s’intende la bruttezza come l’opposto della bellezza […]ma nell’arte il brutto, il comico,l’osceno possono essere bellissimi o eccitanti”. Cita Freud (Disagio della civiltà) secondo il quale “gli organi genitali in se stessi,la cui vista è sempre eccitante,non sono tuttavia mai considerati come belli” (Storia della Bruttezza,Bompiani,2007). Collego il “quadro” di Eco all’Italia, bel paese per antonomasia per le decantate bellezze. “Belpaese” è il titolo di un film,mediocre,di Luciano Salce (1977) in cui il regista mette alla berlina vizi e difetti niente affatto belli, all’italiana,appunto (per assonanza,”Il grande paese” di W.Wiler,1958). Bellezze quelle del nostro paese, purtroppo, deturpate da un malcostume culturale,un’incuria e un’approssimazione incredibili. Traducibili in “bruttezza” magari artisticamente intesa,socialmente e politicamente fraintesa. Col carico da undici di una burocrazia asfissiante e degenere: se ne sta riparlando in questi giorni ma il problema,o meglio il male è assai antico,diciamo borbonico o umbertino. Dunque,Storia d’Italia ossia del Paese della Bruttezza?! Con la differenza che a fronte dei dipinti di riferimento,le italiche bellezze sono spesso vergognosamente imbrattate da improvvidi e improvvisati “imbianchini” dicasi burocrati e burocrazia (“L’imbianchino” è l’epiteto brechtiano di Hitler il quale ambiva a definirsi artista o pittore!). (gimaul)


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