LATINA – Ci sarebbero anche i comuni di Formia, Sperlonga e Terracina, oltre a Pomezia, Ardea, Ladispoli e Fiumicino nel mirino della guardia di finanza sulla gestione degli stabilimenti balneari e in modo particolare la mancata vigilanza sul pagamento dei canoni demaniali. Spesso poche migliaia di euro a fronte di guadagni a cinque zeri. Un tema caldo proprio in un momento in cui il Governo sulla spinta di alcuni interessi particolari di categoria si ostina a voler tutelare oltremisura e oltre il buonsenso balneari e tassisti in spregio all’interesse generale del Paese.
La guardia di finanza, che ha appena avviato l’indagine per conto della Procura presso la Corte dei conti, si domanda perché questi comuni del litorale abbiano rinunciato a riscuotere i canoni dovuti dai alcuni concessionari per l’uso delle loro spiagge, invece di incassare risorse preziose per i bilanci da reinvestire in servizi per la comunità o in manutenzioni.
Adesso, però, la Procura della Corte dei conti vuole fare chiarezza e ha delegato il nucleo polizia economico finanziaria delle fiamme gialle per capire chi ha pagato negli anni tra il 2017 e il 2022, quanto è stato pagato per la gestione delle spiagge e chi non ha versato neanche un euro nelle casse dei Comuni.
L’ipotesi di reato è danno erariale. Non solo ai danni dei Comuni stessi, ma anche della Regione a cui sarebbero dovuti essere versati parte dei canoni oggetto di verifica. Per quanto riguarda Fiumicino, ad esempio, è stato già accertato un danno da 700 mila euro a carico della Regione. E l’indagine, come detto, è solo all’inizio.
Molti operatori balneari sono in regola, ma non tutti. Anzi, la maggior parte. Inoltre in molti alcuni casi le amministrazioni comunali hanno avviato anche la rescissione della concessione per i mancati pagamenti ma si sono trovate a combattere contro il muro dei ricorsi al tar che spesso hanno fermato le revoche avviate dagli uffici comunali.
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