“Il tot assessori”

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TERRACINA – L’osservatore, severo ma imparziale delle vicende di palazzo (comunale), attende con ansia e con trepidazione l’annuncio della squadra assessorile che dovrebbe condurre nei prossimi anni la città verso il “sol dell’avvenire”.

Per il momento, però, l’attento osservatore si limita a registrare i sommessi gridolini che provengono dal medesimo palazzo che sono nella maggioranza dei casi gridolini che stonano con quanto promesso in campagna elettorale, che ricordiamo non si è svolta negli anni del cucco ma soltanto qualche settimana fa.

Ma procediamo con ordine.

Il primo aggiornamento da consegnare alla storia patria locale è quello che non ci sarà una giunta di assessori esterni, come affermava a più riprese il sindaco.

Potrebbe invece esserci un governetto locale appaltato nei punti cardine agli adepti dei Fratelli d’Italia che più si sono distinti nella conquista dei consensi personali.

Lo squadrone comunale sarà forse composto da: Marcuzzi (1) e dagli esordienti Caringi (2) e Zomparelli (3), tutti in posti strategici come l’urbanistica (1), i lavori pubblici (2), le finanze (3).

Conservando il condizionale, dovrebbe esserci l’esordio di due donne: Emanuela Zappone all’ambiente e Barbara Cerilli al turismo e regolamenti comunali.

Giungendo nelle parti alte della speciale classifica, dovrebbe essere declassificato Gianfranco Sciscione dell’omonima lista, che passerebbe la fascia di vice sindaco a Roberta Tintari (così sarà l’erede naturale e di fiducia del sindaco alle prossime amministrative) per occupare la più alta poltrona del consiglio comunale: la PRESIDENZA, che per chi ha ambizioni politiche vere è perfettamente inutile.

L’unico rappresentante in consiglio di “Noi con Salvini”, compresa la male parata non ha nessuna intenzione di occupare poltrone di governo e rimane seduto sullo scranno della pur vetusta aula del popolo terracinese.

Manovre invisibili e anche risibili sono in atto per far giungere Percoco a una poltrona utile (a lui medesimo), per il resto come cantava Califano Franco, è noia.

Da attenti osservatori (non gufanti) attenderemo martedì 5 luglio per apprendere cosa ci ha riservato il destino, che rimane cinico e anche baro.

 Omero


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