“La prima regola”, un film sulla scuola che riflette una società che ha perso il suo senso, al cinema il 1° dicembre

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Titolo: La prima regola

Regia: Massimiliano D’Epiro

Soggetto: Vincenzo Manna e Massimiliano D’Epiro ( dalla piece teatrale “La classe” di Vincenzo Manna)

Sceneggiatura: Massimiliano D’Epiro e Vincenzo Manna

Musiche: Davide “Boosta” Dileo

Durata: 96 min

Produzione Paese: Italia, 2022

Cast: Marius Bizau, Haroun Fall, Andrea Fuorto, Ileana D’Ambra, Luca Chikovani, Cecilia Montaruli, Antonia Fotaras, Fabrizio Ferracane, Darko Peric, […]

 “Un insegnante che non ispira nell’alunno il desiderio di imparare, sta martellando ferro freddo”: è questa citazione di Horace Mann che il preside (Fabrizio Ferracane) della scuola proferisce a Gabriele (Marius Bizau), il nuovo professore del corso di recupero, rivolto a sei studenti che di scuola non ne vogliono sentire parlare: Talib (Haroun Fall) un ragazzo umile senza amici; Nicolas (Andrea Fuorto) uno spocchioso, arrogante e violento; Maisa (Ileana D’Ambra), una ragazza semplice e permalosa che si sente perseguitata; Vasile (Luca Chikovani) che crede di essere ciò che non è; Petra (Cecilia Montaruli) che si sente la migliore e, infine, Arianna (Antonia Fotaras) dall’indole pessimista. Sei giovani, ognuno dei quali con una propria esperienza di vita in un proprio mondo diverso da quello di tutti gli altri. A causa di ciò, non riescono a dialogare tra di loro, mal si sopportano, non socializzano ma si scontrano, e ancora non conoscono, dopo dodici-tredici anni di frequenza, quale sia il vero significato di Scuola. In mezzo a loro ora c’è un professore, Gabriele, che tollera il loro modo di essere, che li esamina, che subisce fisicamente la loro violenza, soprattutto quella manifestata da Nicolas, e rileva la loro profonda illusorietà. Gabriele è tenace, è resiliente, non si perde d’animo comunque, non recede. Gabriele, in sintesi, è un professore che conosce le basi della sua professione-arte, tant’è che cerca prima di conquistare quei sei scapestrati, di diventarne amico, e poi di guidarli usando metodologie e strategie che, forse, daranno vero e intrinseco significato al suo insegnamento e, nel contempo, all’istituzione “scuola”. L’unico refrattario ai suoi stimoli risulta Nicolas, un monolite guidato da una mente colma di pregiudizi che non gli permettono di uscire dal branco di cui fa parte e di cui è leader. Nicolas, infatti, provoca degli scontri tra gli abitanti del quartiere e quelli del campo profughi – lo chiamano “zoo”in senso dispregiativo -, adiacente alla scuola la quale, secondo il claudicante e filosofo bidello (Darko Peric), è “l’unico posto sicuro”. Sarà vero? Gabriele sa che per superare ogni ostacolo in didattica bisogna essere poeti, bisogna andare oltre le regole, o meglio bisogna “creare” e usare la “prima regola”, quella che in gergo didattico è nota come risonanza emotiva basata soprattutto sulla corrispondenza biunivoca dell’affettività.  E volgarmente è conosciuta come empatia.

Scrive il regista che dopo aver visto la pièce teatrale “La classe” da cui è tratto il film, mi sono reso conto immediatamente che la forza del testo risiedeva nella sua testimonianza, una testimonianza asciutta e sincera di quello che succede, o può succedere, in una scuola dei giorni nostri. […]. Della scuola sappiamo più o meno tutto, dai giornali, dal web, dalle chat dei genitori, ma non dalla voce dei ragazzi che la frequentano, che la vivono ogni giorno, in tutte le sue contraddizioni ed i suoi conflitti, anche razziali. Volermi appropriare di questa tematica […] è solo voler restituire ad un pubblico, più ampio possibile, una testimonianza sullo stato delle cose. Il film è costruito in modo da risucchiare la realtà e portarla in un non luogo – la classe – che rispecchia tutte le classi del nostro Paese. Come in una fiaba nera non sappiamo bene dove siamo e le relazioni tra i personaggi sono archetipi.[…]Ognuno di loro è un pianeta che gira su se stesso e anche intorno alla classe. La prima regola ribalta continuamente i punti di vista di questi pianeti attraverso il professore che compie un moto di rivoluzione. Tramite lo sguardo di questi ragazzi, raccontiamo la società contemporanea, fagocitata dai facili giudizi, dalla violenza, dai social-media, dai movimenti politici, dall’invidia e dalla delusione. […] Costruire è un’avventura che non si ferma, un’avventura mentale oltre che fisica. La periferia è abitata dal 70% della popolazione ed è sempre associata a un senso negativo, ma la periferia è la città che sarà. O non sarà.

La prima regola è un film concreto, crudele, impetuoso, che mette a confronto la cultura con l’ignoranza, la razionalità con la barbarie, il sentimento con l’ignavia, e da cui emerge nella sua cruda essenza la violenza, conseguenza di una società disgregata socialmente che ha perso il suo senso e che fa inorridire. Ma niente è perduto se si riesce a mettere in atto la prima regola su cui si è creata la società sin dai suoi primordi.

Dopo la presentazione, fuori concorso, al Festival Europeo del Cinema di Lecce, il film La prima regola sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 1° dicembre. Esso è ambientato in un luogo “non luogo”, quello di un istituto di scuola superiore, di una qualsiasi città italiana di periferia, dove si srotola un dramma sociale violento, teso, irrequieto, irrazionale, che fa riflettere e comprendere l’importanza della scuola, che richiede una stretta ed efficace collaborazione della famiglia e dei giovani, e la necessità di una vera integrazione razziale.

Nel film ci sono alcuni brani di Davide Boosta Dileo, co-fondatore e tastierista dei Subsonica, che, con la traccia Come un sasso, crea una musica consona all’intimità dei personaggi. Dall’altra parte il cantautore romano Porto Leon,  con il suo San Pietro, urla assieme alle giovani generazioni con la loro rabbia e la loro profonda tristezza.

Filmografia

Polvere (2009, co-regista: Danilo Proietti).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).