Ho letto l’intervento di M.Palombo in difesa della ragazza (e bravata) del liceo Classico. Comprendo il pensiero per così dire pedagogico del Nostro che invita la dirigente a “…guardare negli occhi” l’alunna,a cercare di comprenderla poiché “questa è la missione della scuola”.Mi permetto di replicare all’evangelico (!) Matteo (già alunno del Classico negli anni della mia presidenza) di fare attenzione a non scadere,suo malgrado, in uno scontato e,purtroppo, abusato buonismo in materia di educazione.Dico subito che,fossi ancora dirigente, guarderei senz’altro negli occhi un alunno che ha sbagliato sia pure per stupidità o incoscienza,gli parlerei, soprattutto,perché cerchi di comprendere l’inevitabilità e giustezza della punizione. La scuola deve assolutamente educare non certo per missione bensì per un dovere morale,etico e civile che con la missione ha ben poco o nulla a che fare.Piuttosto,dovrebbe imporsi la questione culturale ossia fare della Cultura (con C maiuscola) oggetto o “libro di testo” del curriculum scolastico. Dico nel senso più ampio del termine compreso il delicato problema della liberalizzazione della droga, del rinascente nazifascismo etc.(a costo di sacrificare le ore di latino e greco!).Venerdì mattina scorso ho assistito in diretta (dalla finestra di casa mia,affaccio su via Gramsci), a una scena pietosa in P.zza S.Marco (marciapiede su C/so Repubblica): un ragazzotto con un manipolo di coetanei fermato dai carabinieri,sbraitante e strepitante, costretto a togliersi scarpe, calzini e maglietta, sdraiatosi “epiletticamente” a terra,giunti i rinforzi ammanettato e infilato nell’auto dei suddetti.Un atto-intervento necessario di fronte al quale non c’è giustificazione alcuna né spazio per la compassione. Si dirà che il paragone con il gesto commesso dalla ragazza è spropositato eppure il concetto dell’intervento educativo/punitivo è lo stesso: valga l’esempio di quella mamma che ha avuto il coraggio di denunciare il proprio figlio.Criticata,ovviamente, da tutti i buonisti della prima e ultima ora. D’accordo,la droga è qualcosa di terribile e incomparabile a qualsiasi altro genere di malefatte. Anche le svastiche sui muri di una scuola (ovunque) sono pesanti come una droga. E così pure insulti e parole insensate: la scuola deve prima di tutto insegnare ai giovani a dare un senso a ciò che si scrive e si dice,diversamente, sarà essa stessa a non avere senso. Perciò deve provvedere urgentemente a fornire ai giovani una “valigia” non già piena di sogni bensì di idee, di principi morali. L’alunna in questione, essendone sprovvista,, dovrà affrettarsi a procurarsela pena il rischio di viaggiare senza.(gmaul)


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