L’angolo delle curiosità: Pier Paolo Pasolini

126

Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile.  (Pier Paolo Pasolini)

Nell’agosto del cruciale e traumatico 1968, Pier Paolo Pasolini inaugurò sul settimanale Tempo una rubrica che intitolò Il caos; era l’anno delle contestazioni, delle proteste studentesche, della lotta per i diritti civili. Sullo sfondo di un Paese che stava in quel momento cambiando rapidamente, lo scrittore “corsaro”, voce ostinatamente fuori dal coro, intervenne con una particolare forza polemica su alcuni temi dominanti: la polemica contro la televisione, l’emergente questione giovanile, la posizione della Chiesa, le accuse del capitalismo.

Il calcio fu lo sport che lo appassionò di più. Con i calzoncini corti e le scarpe con i tacchetti, pronto a cimentarsi, più volte con altri grandi nomi della letteratura italiana partecipò a partire di calcio. Non mancano fotografie che lo ritraggono mentre rincorre un pallone nei campi sportivi o nei campetti delle periferie della città. Immagini che dimostrano l’amore «grande, insolito e chiacchierato che il poeta aveva per questo sport.

Il periodo della sua infanzia e adolescenza è stato caratterizzato da un frenetico peregrinare poiché il padre ufficiale di fanteria,  fu costretto a spostarsi in varie città: Bologna, Parma, Conegliano, Belluno, Casarsa, Sacile, Idria. Frequentò un pezzo di ginnasio a Conegliano, a Cremona, a Scandiano (vicino a Reggio Emilia) e poi a Bologna, dove frequentò il liceo e l’università.

Pasolini ha scritto: «ho smesso di amare mio padre a tre anni». Fu molto tormentato il rapporto con la figura paterna. Drammatico fu il conflitto con il padre fascista che andava e veniva da casa. Il padre tradiva la moglie, perdeva tutti i soldi, beveva; venne fatto prigioniero in Africa, dopo il suo ritorno fu diagnosticato anche clinicamente “paranoico”, con crisi sempre più violente e frequenti di “urlante delirio accusatorio:

Nel periodo giovanile le principali amicizie di Pasolini furono quella di Luciano Serra conosciuto a Reggio Emilia e poi quella di Roberto Roversi, Francesco Leonetti, Achille Ardigò, Giovanni Bemporad, Fabio e Silvana Mauri a Bologna. Da Casarsa ebbe rapporti con Gianfranco Contini , Vittorio Sereni, Enrico Falqui, Giorgio Caproni. Altri amici a Roma furono Alberto Moravia, Leonida Repaci, Guido Piovene, Alberto Arbasino, Enzo Siciliano (suo attento biografo), Bernardo Bertolucci, Paolo Volponi.

Con gli editori Mondadori e Bompiani Pasolini pubblica i primi libri che riscuotono attenzione; fonda riviste, collabora con altre riviste, scrive su Fiera Letteraria e si inserisce nel vivo del dibattito culturale dell’epoca con una sua voce precisa e forte.

Le donne più importanti della vita di Pasolini sono state: la mamma, Susanna Colussi (la “Madonna” del Vangelo), Laura Betti (la moglie non carnale, la vedova immaginaria, la vestale, la custode del tempio), Maria Callas (l’amore impossibile, la Medea baffuta, di cui rimase incantato per la voce), Anna Magnani (la “Mamma Roma”), Silvana Mangano (l’attrice di Teorema ed Edipo re), Oriana Fallaci, Dacia Maraini (l’amica dei viaggi), Piera degli Espositi, Elsa Morante.

Il cinema pasoliniano ha avuto uno stretto e significativo rapporto con la grande tradizione pittorica italiana, dall’esordio di Accattone nel 1961 a Salò (ultimo film). Da Caravaggio, citato in Accattone  e  Mamma Roma ai manieristi Rosso Fiorentino e Pontormo usati per La ricotta, i film di Pasolini sono un concentrato di storia dell’arte.

 


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteNettuno, dà di matto e danneggia un Cotral: denunciato 34enne del posto
Articolo successivoFondi, l’Appia Antica candidata a patrimonio dell’Unesco