L’angolo delle curiosità: Teatro

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Il teatro deve contribuire a cambiare la società, preoccupandosi di quegli elementi fondamentali della vita di ciascuno di noi: la libertà, i diritti, il rispetto e la speranza autentica di cambiare il mondo.                                                                              Dario Fo

         Uno sguardo dal ponte è una commedia scritta da Arthur Miller nel 1955 ed è considerata tra i più importanti testi della drammaturgia americana del Novecento. Questa pièce teatrale riprende la vera storia del sogno di milioni di italiani che volarono in America, nella splendida New York degli anni 50, alla ricerca di un futuro migliore.

La cena dei cretini di Francis Veber è un classico della commedia francese, un grande successo che da tanti anni diverte, affascina ed emoziona le platee di tutto il mondo con una girandola di gag irresistibili e malintesi divertenti. Un gruppo di ricchi borghesi parigini ogni sette giorni organizza, per divertimento, una cena in cui ognuno di loro invita un “cretino”: il migliore vincerà la serata.

Nel testo  della commedia Filumena Marturano di Eduardo De Filippo – ha scritto la regista Liliana Cavani – «troviamo temi forti e tensione profonda. La protagonista, benché povera e disgraziata, è una sorte di grande madre che insegna a tutti a vivere e ad amare. Filumena Marturano insegna a quell’uomo (Domenico) che cos’è la paternità, estesa anche a chi non è tuo figlio naturale».

         Ebenezer Scrooge, è il personaggio principale del racconto teatrale (in cinque atti), Un canto di Natale di Charles Dickens. Celebre avaro finanziere londinese Scrooge,è visitato nella santa notte da tre spettri.

Il Mercante di Venezia di William Shakespeare ha come protagonista Shylock. I temi principali affrontati sono quelli eternamente cari al Bardo: il conflitto tra generazioni; la bellezza che muore e che si riscatta ad un tempo, la giovinezza che deve fare i conti con le trasformazioni del tempo e della società. Il tutto ha come sfondo la crisi della potenza economica e culturale di Venezia.

Nel teatro greco, ha scritto Gianfranco Ravasi, si impediva che gli attori fossero riconosciuti. Essi recitavano con la maschera, perché rappresentavano non il tale attore, non quel tale personaggio, essi rappresentavano continuamente l’eterno risplendere dell’uomo, l’eterno piangere e ridere dell’uomo.

Così è se vi pare di Luigi Pirandello, «Parabola in tre atti», tratta dalla Novella  «La signora Frola e il signor Ponza suo genero» (1917) sviluppa uno dei temi principali della drammaturgia dello scrittore siciliano: l’inconoscibilità del reale. La curiosità di sapere la verità sui comportamenti poco chiari di una famiglia di forestieri scuote la vita tranquilla di una cittadina di provincia. La prima rappresentazione di questa opera teatrale andò in scena al teatro Olimpia di Milano il diciotto giugno 1917.

Il regista teatrale Romeo Castellucci ha scritto che «il teatro, grazie alla narrazione e alla finzione, è in grado di sospendere la realtà, e questa è una forma di autentica liberazione, di riconciliazione con il tuo corpo, con il corpo degli altri, con il fatto di stare insieme».

 

 

 

 

 


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