Foto di Mario Salvatori Restauratore

Ieri sera a tarda ora, Romano Forte, sul gruppo di Priverno ci informava che era morto Silvio Barsi: “È morto per un malore improvviso che lo ha colpito mentre trascorreva questi ultimi giorni di vacanza a Terracina, eletta a sua seconda città di residenza, dopo Priverno. A nulla è valsa la disperata corsa all’ospedale dove vani sono risultati i tentativi dei medici di strapparlo alla morte.

Una notizia inaspettata, che mi intristisce”, continua Romano Forte. “Di Silvio ho un ricordo vivo. Di pochi giorni fa. In questo bello scorcio settembrino più di una volta, nella quotidiana passeggiata sul bel lungomare terracinese con Romano Carfagna, ci si è presentata l’occasione di rivivere e ricordare con lui momenti ed episodi che hanno caratterizzato le nostre storie. Non solo quelle belle. Abbiamo parlato di libri. Di sue imminenti pubblicazioni. Di rivederci a breve per brindare ai suoi successi letterari. Non sarà più così.
Silvio era uomo di scuola e di profonda cultura. Storico appassionato, Impegnato a indagare ragioni e a ricostruire passaggi storici che hanno conosciuto ed esaltato il,protagonismo di molti personaggi che hanno dato lustro al nostro paese.
È stato anche sindaco di Priverno negli anni 80. Da socialista militante e in una stagione politica litigiosa. Fatta di scontri frontali a sinistra, tra PCI e PSI che litigavano su tutto, come da copione imposto da quegli anni delle ideologie imperanti”.

La notizia si è diffusa in poco tempo e ha lasciato tutti sbigottiti.

Io ricordo Sivio da giovane. Anche se lui era più grande di me, con il mio gruppo ogni tanto ci frequentavamo. Ricordo qualche festa da ballo nella sala di casa sua, in via Maio.
Ma soprattutto ricordo il giorno della sua laurea.
Elvira Picozza e io lo incontrammo per caso un giorno alla stazione Termini. Lui si era appena laureato. Una volta non veniva la corte di parenti e amici in pompa magna a festeggiarti. Era solo infatti e poteva sembrare un giorno qualunque. Ci disse subito che si era laureato e noi gli facemmo festa. Andiamo… andiamo… disse, andiamo a festeggiare. Andammo in una pizzeria di via Gioberti. Una volta anche quella zona di Roma era bella. Ordinammo la pizza alle patate, loro specialità, e onorammo così il suo giorno di festa.

Barsi è stato professore di Filosofia presso il liceo scientifico privernate nonchè dirigente scolastico del Liceo pedagogico “Alessandro Manzoni” di Latina.

Lo ricorda così la sindaca di Priverno Anna Maria Bilancia. “La politica è stata una delle sue passioni più grandi, vissuta nel contesto del Partito Socialista, come lo è stata la scuola che ha dettato i tempi di tutta la sua vita, da insegnante prima e da Dirigente scolastico poi, ma, accanto ad esse, non sono mancati l’amore per l’arte, in particolare per la pittura, per la ricerca storica e la saggistica di cui ereditiamo numerose sue opere, scritte su monumenti, personaggi e tradizioni locali.
Ricorderemo con affetto e stima questo nostro concittadino illustre che tanto ci lascia di sé e del suo impegno sociale e culturale”.

Silvio che lascia la moglie Bianca e i figli Adriano e Camilla, aveva 72 anni ed era in pensione da pochi anni.

Ciao Silvio, che la terra ti sia lieve


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Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.