ROMA Storie per ritrovare la mia città

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Roma è una città che ha un potenziale infinito per chi ama sperimentare continui nuovi percorsi, in una sorta di esplorazione senza fine.            Liliana Cavani  

Renzo Piano, l’architetto che a Roma ha disegnato e  costruito l’Auditorium. nella prefazione del saggio Roma (Rizzoli Editore) di Walter Veltroni (con Claudio Novelli) scrive che il libro «è un diario» e consiglia di leggerlo, un capitolo al giorno, sapendo che «un architetto e un sindaco hanno più cose in comune. Innanzitutto la città: il primo la costruisce, il secondo l’amministra. L’architetto ne pensa gli spazi, ma è il sindaco che li carica di valori. Tutti e due la edificano». Secondo Piano, Veltroni, sindaco di Roma dal 27 maggio 2001 al 2008, ha «guardato la città riflessa negli occhi dei suoi concittadini».

Veltroni, in intense e appassionate pagine del libro, ricostruisce l’importante  periodo del suo impegno civile, politico-amministrativo verso Roma, sua città natale, caratterizzata da sfide e sforzi immani per la soluzione di problemi concreti, complessi, inerenti il tessuto variegato dell’intera comunità e il rapporto con i cittadini in “carne e ossa”, dimostrando così l’attenzione e la cura per il bene comune e l’interesse a risolvere i problemi delle persone (soprattutto anziane e in difficoltà), meno fortunate.

Dal resoconto dell’esperienza politica e istituzionale, emerge una Roma, non solo dal passato storico glorioso, una città amata per la “meravigliosa” gente, per le sue contraddizioni e le sue potenzialità. Una città enorme, esigente, dai mille problemi, «cresciuta a caso, strappata e vilipesa, stravolta e confusa dalla speculazione edilizia degli anni Cinquanta e Sessanta»; una città che, dopo gli anni disastrosi del pentapartito, ha ripreso il cammino verso cambiamenti profondi per raggiungere livelli soddisfacenti di benessere e di qualità urbana della vita quotidiana sia in centro che nelle periferie.

Roma, per l’autore, è una città inclusiva che può svolgere, con atteggiamenti attivi e creativi di dialogo e di collaborazione, un ruolo importante, come capitale europea, per lo sviluppo e la crescita sociale e culturale del Paese, per la pace in Europa e nel mondo.

Veltroni racconta con viva partecipazione i primi passi della sua amministrazione: le paure per gli attentati dell’11 settembre 2001 e il crollo delle Torri Gemelle, lo sgombero di Piazza Vittorio, la riqualificazione dell’Esquilino, la tutela del tessuto commerciale e artigianale di alcuni rioni, il miglioramento e la riqualificazione, attraverso la pedonalizzazione, di aree e di quartieri della città, dal centro alle diverse zone di periferia.

Nella narrazione, sempre puntuale e precisa, non mancano eventi importanti, difficili e tristi, come la tremenda esplosione di “via Ventotene” che nella comunità romana, aperta e solidale, suscitò una grande emozione collettiva e un senso civico di straordinaria partecipazione, di unità e solidarietà umana per una tragedia condivisa.

L’attenzione e la cura dell’amministrazione, guidata dal sindaco Veltroni, sono rivolte, con innovativo “spirito di comunità”, ai servizi per l’infanzia, perché si tenta di costruire “una città a misura di bambino”, e per gli anziani che, con la teleassistenza, non sono lasciati soli senza sostegno e assistenza grazie alla messa a disposizione di psicologi e operatori sociali con le loro competenze professionali.

In alcune espressioni linguistiche come «Solo Roma può regalare una serata così» (in riferimento alla serata della pace al Colosseo) oppure «Si. Roma è fatta per la pace», si può cogliere l’entusiasmo e l’orgoglio, la gioia e il piacere di amministrare e soprattutto di vivere in una città accogliente e inclusiva, caratterizzata dalla sua straordinaria storia antica, dal fascino della sua bellezza e dall’umanità schietta e generosa della sua gente.

Con intelligenza e volontà politica, con il metodo della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini, con la linea del dialogo, del confronto, della concertazione  e con il suo affetto per una città viva e dinamica, Veltroni, amministratore pubblico, ha svolto per la soluzione di problemi grandi e piccoli un ruolo di “facilitatore” di incontri internazionali, di “semplificatore” della macchina amministrativa “di fronte al moloch della burocrazia, di promotore di rilevanti iniziative culturali nei “salotti” della città (l’Auditorium, il Parco della Musica, il Festival delle Letterature nella Basilica di Massenzio, gli incontri di musica lirica, e non solo, a Caracalla, la Domus Aurea, i Mercati di Traiano, Cinecittà, l’Estate romana, il parco di Villa Borghese), che esaltano le ricchezze monumentali, l’immenso patrimonio storico e ambientale, archeologico e artistico e i tesori paesaggistici e naturali della “città eterna”.

Altre pagine, sempre con taglio diaristico, riguardano, con scelte strategiche, gli eventi di natura urbanistica (l’abusivismo edilizio), di natura sociale ed economica (il trasferimento dei Mercati generali),  di natura estetico-culturale inerente il decoro della città più verde d’Europa (cartelloni pubblicitari, smantellamento delle antenne per l’inquinamento elettromagnetico): problemi che sono affrontati con coraggio civico con determinazione politica e tenacia amministrativa a vantaggio di tutti i cittadini.

Inoltre nella narrazione, Veltroni inserisce considerazioni politiche inerenti la guerra, l’importanza della memoria del passato, l’immigrazione e l’integrazione degli immigrati collegate ai problemi della giustizia e sicurezza della città e della partecipazione attiva  e responsabile dei cittadini, la cooperazione tra i popoli, il risparmio energetico, l’inquinamento atmosferico, la raccolta differenziata dei rifiuti.

Il saggio/diario, per cambiare l’immagine stereotipata della vecchia e sonnolenta città della burocrazia e dell’inefficienza, si arricchisce, oltre che con i dati economici rigorosamente riportati, anche con i ricordi delle strutture “culturali” e sociali per lo sport e il tempo libero e delle grandi opere realizzate per la mobilità sostenibile e soprattutto per la qualità della vita dei romani, per costruire un futuro migliore: il “sistema delle Case, del Cinema, del Jazz, dello Sport, il traforo urbano di Monte Mario utile per decongestionare il traffico, la fondazione “Dopo di noi”. Opere che hanno cambiato il volto della città

Nel racconto del sindaco sono presenti anche lucidi ritratti di personaggi illustri della cultura, della politica, dell’arte, della religione come Giovanni Paolo II, Alberto Sordi, Federico Fellini, Tonino Guerra, Ennio Flaiano, Elio Toaff, Carlo Azeglio Ciampi

Walter Veltroni dimostra, con questo suo appassionato scritto di avere a cuore Roma e di essere un vero interprete dell’animo dei romani, dei sentimenti schietti e sinceri dei suoi concittadini, di aver avuto il coraggio di affrontare problemi difficili perché la città non rimanesse troppo immobile e legata al suo passato e diventasse una vera metropoli moderna ed efficiente, unita e coesa ed equilibrata nel suo sviluppo.

Un libro su Roma, città accogliente e solidale, che fa venir la voglia, per chi non la conosce, di visitarla e per chi l’abita e la frequenta di rispettarla, di curarla, di “ricucirla” e di amarla perché fa sognare per la sua bellezza (segno distintivo della città antica, moderna e contemporanea) archeologica e storico-artistica, paesaggistica e naturale che unisce e per renderla, utilizzando le parole di Nerone, del grande Ettore Petrolini, «più bella e più superba che pria».


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