Torna a sorridere il PD a latina. Il dopo Covid lo fa sognare, ridandogli una dignità insperata. Non sono passati poi tanti mesi dall’arresto, anche se domiciliari, dell’ex segretario provinciale Claudio Moscardelli. Il partito era sbandato, e avrebbe segnato forse un grosso zero se Salvatore La Penna non si fosse ostinato a prendere una decisione forte e farlo correre per Coletta sindaco. Tanti i rospi ingoiati da ambo le parti, ma il vincitore morale di questo insperato successo è proprio il politico setino, dall’argume acuto e sottile. Mai una parola fuori posto e mai una scortesia. E sempre tanta, tanta disponibilità.

Salvatore anche il segretario nazionale, Letta lo aveva detto: si vince allargando la coalizione. Chapeau. Spiegaci tu questo risultato più che positivo. La destra dopo la debacle nazionale e locale, si discolpa dicendo che sono stati sbagliati i candidati, spesso nominati all’ultimo momento e anche sconosciuti all’elettorato. Qui però la destra al primo turno ha incassato una bella vittoria. Lasciamo stare che Zaccheo non ce l’ha fatta per voto disgiunto e dispetti personali, secondo te c’è anche altro? E cosa?

La vittoria storica di Latina avviene, con sue caratteristiche peculiari, all’interno di un contesto nazionale molto positivo per le forze di centrosinistra. Certamente il risultato del primo turno indica una capacità di tenuta a livello cittadino delle liste del centrodestra; al contempo il dato del secondo turno rappresenta un orientamento generato da una mobilitazione spontanea e fortemente di opinione. Credo che la città abbia voluto guardare avanti e non spezzare il processo di cambiamento in atto dal 2016, anche al di là delle appartenenze politiche in senso stretto. I dati dimostrano in maniera molto netta che non è stata una questione di alchimie politiche ed elettorali.

La battaglia elettorale dei due schieramenti è stata molto diversa. Recentemente ho scritto e ne sono sempre più convinta, visti i risultati, che la parte politica che sa usare al meglio le tecniche digitali ha più possibilità di vincere.
Però non basta, ho anche aggiunto. Il candidato deve saper trasmettere fiducia attraverso messaggi positivi e azioni precise e immediate. Il pensiero è veloce e la gente si distrae subito. Vale quindi l’incisività del messaggio, il coinvolgimento e l’empatia. L’ho anche scritto qui

Gli ultimi turni amministrativi ci hanno mostrato quanto sia decisiva la percezione da parte dei cittadini della cifra di un progetto politico. Spesso l’elettorato premia chi trasmette una idea di prospettiva, di futuro, di entusiasmo, di partecipazione. Certamente i social network sono un fattore importante in tal senso, ma non l’unico fattore in campo. Chi funziona sui social spesso funziona perché in realtà c’è già una attrattività di base e una credibilità della proposta e delle donne e degli uomini che la incarnano. È chiaro al contempo che gli elementi di negatività di qualsiasi tipo in tale contesto comunicativo determinano riflessi e conseguenze a cascata che tendono a moltiplicarsi. È decisivo non sbagliare.

Il risultato amministrativo deve far riflettere tutti i partiti. Partendo dal crollo dell’affluenza che si attesta al 54,69% segnando quindi un record davvero negativo se un elettore su due non si è recato alle urne. A pagare oggi la fuga dalle urne sembra il centrodestra, come ammette il leader della Lega Matteo Salvini. Io penso che serva un’autocritica da parte di tutti. Perchè oggi paga la destra ma domani potrebbe pagare la sinistra, La gente si è disaffezionata e disamorata. Penso che i politici tutti debbano cambiare in maniera radicale i messaggi e farli arrivare a tutti.

Ovviamente una ridotta partecipazione alle urne rappresenta in ogni caso un segnale negativo di disaffezione. Ognuno poi in quel dato cerca di leggere i motivi di risultati magari inaspettati. Ma per la qualità della democrazia non dovremmo tanto chiederci chi perda o guadagni voti. La questione nodale è come evitare che fasce di popolazione e segmenti sociali vivano il loro senso di cittadinanza in maniera passiva o, peggio, siano avulsi o esclusi dai meccanismi socio-economici, dalle reti di solidarietà e di inclusione, dai luoghi di aggregazione, formazione e dibattito. A ciò aggiungiamo l’accrescimento del senso di isolamento e di sfilacciamento dei legami sociali conseguente alla pandemia. La vera sfida dei prossimi anni è includere nelle reti sociali le sacche di sofferenza e marginalità delle nostre comunità

Progressisti e democratici insieme, hanno vinto. Adesso però devono a mettersi a lavorare di santa ragione, nei territori, nelle città e nelle comunità. Questi risultati vanno capitalizzati e non messi solo in cassaforte.

Assolutamente sì. Nessun dato è acquisito per sempre. Il patto con i cittadini si regge sulla qualità della politica e dell’amministrazione ed anche sulla capacità di essere presenti sui veri problemi dei territori e delle comunità con empatia e capacità di risoluzione

C’è un problema però, grosso come una casa, ed è quello della rappresentanza di genere. Stiamo tornando indietro di anni, da nord a sud e bisogna ricominciare tutto daccapo. So che tu hai sponsorizzato la nomina di alcune figure femminili. Ma non basta, che si deve fare secondo te?

Ho potuto constatare nel mio percorso politico ed amministrativo la qualità del contributo delle donne e la indispensabilità del loro punto di vista sul mondo. Ho creduto, ed ho lavorato in tal senso, che fosse importante sostenere la valorizzazione delle donne del nostro territorio nelle istituzioni ad ogni livello. Negli ultimi anni, grazie anche a provvedimenti legislativi, si sono fatti grandi passi in avanti per quanto riguarda la rappresentanza di genere; si tratta ora di promuovere ulteriori politiche che annullino le residue distanze per quanto riguarda accesso alle opportunità, livelli di reddito, gestione dei tempi lavorativi e dei ritmi di vita nella quotidianità.

Molti dicono che sono stati sconfitti i sovranisti e perchè no….anche il non tanto velato appoggio ai no vax da parte di Meloni e Salvini. Un po’ antitetici, no? Di fronte a una maggioranza di italiani vaccinati, evidentemente questa loro posizione li ha relegati all’angolo. La gente stanca di lockdown e delle profonda crisi economica vede nel vaccino una salvezza per l’immediato futuro.

Ritengo che la stragrande maggioranza degli italiani abbia compreso e apprezzato gli sforzi normativi ed organizzativi messi in campo per fronteggiare la pandemia. La ripresa piena dell’economia e il recupero della qualità e della pienezza della nostra vita relazionale e sociale passano attraverso il successo delle campagne di vaccinazione e delle misure anticovid. Le scorciatoie concedono vantaggi effimeri, cavalcare il malcontento e le spinte più radicali con l’illusione di un facile consenso determina, prima o poi, contraccolpi. Ma nel contempo fa danni a tutti. Nel rispetto pieno dei diritti costituzionali, più velocemente si sconfigge la pandemia e prima si possono eliminare le limitazioni. La Regione Lazio credo che in tal senso rappresenti un modello a livello nazionale.

Facciamo un’ipotesi, ipotizziamo che Mario Draghi si dichiari disponibile a presentarsi agli elettori alla guida di una coalizione per tornare a Palazzo Chigi forte anche di un grande consenso popolare. In quel caso cosa farebbe il Pd?

Questa è una domanda alla quale non ho titoli né ruoli per rispondere. Draghi è assolutamente una figura di altissimo livello e di grande ed indiscutibile autorevolezza; al contempo ritengo che progressivamente sarà inevitabile tendere a una condizione di uscita dalla eccezionalità politico-istituzionale e tornare alla dialettica politica fra schieramenti e visioni diverse.

Quando si celebrerà il Congresso provinciale e quali saranno i prossimi step di questo partito per tornare nel cuore della gente?

Il Congresso provinciale si svolgerà fra gennaio e febbraio. Sono orgoglioso del mio partito che ad ogni livello elegge i suoi organismi con meccanismi democratici e partecipativi. Abbiamo le condizioni per promuovere la costruzione di una classe dirigente necessariamente rinnovata ma in grado di armonizzarsi con le migliori esperienze degli ultimi anni. Fra vittorie e sconfitte, alti e bassi, noi ci siamo e ci saremo. Come hanno dimostrato queste ultime amministrative il ruolo e la funzione del PD sono quanto mai necessari in questo momento delicato per il sistema istituzionale e democratico del nostro Paese e dei nostri territori.


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Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.