Nel corso di un gala, consegnati ieri, presso la sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, i premi Globo d’Oro, il più antico premio della cinematografia italiana ed uno dei più ambiti, alla stregua del David di Donatello e dei Nastri d’Argento. Ad assegnarlo una giuria di oltre cinquanta giornalisti dell’Associazione Stampa Estera in Italia, presieduta da Alina Trabattoni, corrispondente di Screen International e news producer di Eurovision, e Claudio Lavanga di NBC NEWS.

Tra gli insigniti spicca il nome del giovane sabaudiano Simone D’Arcangelo, figlio di Vincenzo, ex dirigente dell’Area Tecnica del Comune di Sabaudia.

A lui il collegio giudicante ha conferito il riconoscimento per la fotografia del film Re Granchio diretto da Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, con la seguente motivazione: “Ogni piano, ogni sequenza somiglia a un quadro. I chiaroscuri, le composizioni talvolta calde, talvolta fredde, le luci, i paesaggi sono cosi belli che spesso, se non sempre, ci si dimentica di tutto il resto, meravigliati delle immagini”.

Un premio, dunque, di caratura internazionale che, come detto dianzi, si pone all’altezza dei David e dei Nastri d’Argento.

Una grande successo per il pontino, che entra di fatto nell’Olimpo della cinematografia italiana. Conquistandosi anche le congratulazioni del maestro Vittorio Storaro, più volte Premio Oscar, che in lui ha intravisto le potenzialità per aspirare ad un futuro dai contorni apicali nel mondo della settima arte.

Per la cronaca, ricordiamo che tra i vincitori del Globo d’Oro 2022, giunto alla 62^ edizione, figurano nomi del calibro di Silvio Orlando, Giuseppe Tornatore, Sergio Rubini e del maestro Nicola Piovani, mentre a Carlo Verdone è stato assegnato il Premio alla Carriera.


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