La nota stampa di Provincia di Latina in Azione.

Sulla gestione del servizio idrico l’approccio non cambia: l’assemblea dei Sindaci, di concerto con l’ente deputato alla gestione del servizio, non ha ancora messo in campo un’analisi dei problemi (dovuti anche dai cambiamenti climatici che stanno già colpendo l’Italia in varie forme) che stanno portando ad una graduale perdita di biodiversità. In particolare nella nostra Provincia sono frequenti incendi boschivi, gravi carenze idriche e diminuzione dei raccolti. Eppure le premesse erano molto evidenti: siccità, aumento costante delle temperature e assenza dei carichi in falda dalla neve e alle perdite lungo le linee. Va sottolineato che almeno un terzo delle risorse idriche è destinato all’agricoltura, uno dei settori primari del nostro territorio e quindi l’emergenza che sta investendo la gestione del servizio ha conseguenze economiche per i cittadini su più fronti.

Particolare attenzione va rivolta ad uno dei principali problemi ossia la dispersione idrica: le dispersioni di acquedotto nelle reti di Acqualatina sono pari a circa il 67% di media per tutto l’ATO 4 (fonte: Legambiente, report giugno 2022), drasticamente più alte rispetto alla media nazionali. Il costo prelevato dell’energia è causa del pompaggio dell’acqua che poi però appunto in gran parte viene dispersa. Su questo aspetto riteniamo fondamentale ed urgente un confronto tra i Sindaci della Provincia e Acqualatina per un intervento strutturale sull’intera gestione del servizio.

A parere nostro, per intervenire sulla gestione dell’acqua sono necessari interventi di medio-lungo termine che vanno accompagnati ovviamente dalle azioni di brevissimo termine già messe in campo dagli enti locali e dal Governo. Tra questi sarà fondamentale rafforzare e aggiornare il Piano di Tutela delle acque, intensificare il monitoraggio e la modellistica delle acque superficiali e sotterranee e intervenire in maniera determinata per rafforzare le capacità degli invasi.

Gli investimenti dovranno essere orientati sia alla creazione di infrastrutture idrauliche adeguate e che al miglioramento delle infrastrutture esistenti e cioè diminuire drasticamente le perdite di acqua. I nostri Comuni dipendono da infrastrutture obsolete, progettate e costruite ipotizzando serie temporali idrologiche stazionarie e quindi molte reti idriche si stanno avvicinando alla fine della loro vita programmata. Bisogna progettare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. Stesso discorso per i piccoli condomini dove è necessario recuperare l’acqua e consumarla per uso proprio (ad esempio l’irrigazione dei giardini). Inoltre, recuperare l’acqua piovana significa in primo luogo evitare sprechi idrici legati all’impiego di acqua potabile e, in secondo luogo, avere a disposizione “acqua di qualità” priva di cloro, carbonati o calcare e altri metalli. Procedendo su questa direttrice, si alleggerirebbe la rete di smaltimento fognario aumentando così l’efficienza dei sistemi di depurazione. Infine, per i Comuni costieri, è possibile recuperare l’acqua dal mare attraverso l’utilizzo delle sfere Helio Water (startup francese già a regime in molteplici territori) le quali producono acqua potabile ad impatto zero con la sola energia solare trasformando acqua marina in acqua potabile. Una serie di proposte di medio e lungo termine che però necessitano di una programmazione a partire da oggi onde evitare di incorrere in emergenze ancor più gravi rispetto a quella che stiamo già affrontando”.

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