ROMA – La Regione boccia la realizzazione di nuovi impianti che prevedono bonifiche su terreni compromessi e in alternativa cerca nuovi siti (non inquinati) su cui buttare l’immondizia.

«Negli ultimi giorni – scrive il sito Etrurianews.it, sempre bene informato sulle vicende regionali che riguardo la politica ambientale – abbiamo visto naufragare un progetto che prevedeva l’investimento di privati per circa 40 milioni di euro per bonificare un sito inquinato da 30 anni. Progetto che aveva già acquisito alcuni pareri favorevoli (Arpa, Provincia, ecc.).

Nello stesso periodo, con estrema facilità, la Direzione Ambiente della Regione Lazio ha praticamente trasformato una discarica di inerti in discarica per rifiuti speciali non pericolosi.

Con il parere negativo di tanti Enti locali ma favorevolissimo di qualche “pittore” ancora anonimo.

Il 15 febbraio 2022 la Regione Lazio ha sostanzialmente detto NO (l’ufficialità si avrà molto presto) al progetto presentato dalla Paguro nel territorio di Aprilia per la realizzazione di una discarica per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi al fine di bonificare il sito attualmente contaminato.

Il progetto prevede la realizzazione di vasche per il deposito definitivo di rifiuti provenienti dalla bonifica del sito stesso, per l’abbancamento di sovvalli provenienti da altri siti in bonifica e sovvalli derivati da materiali residuali da trattamento meccanico biologico o residuali da raccolta differenziata.

L’attività di deposito di materiale proveniente dalla bonifica e di sovvalli avrà una durata di circa due anni, e successivamente, utilizzando soluzioni di ingegneria naturalistica, è prevista la rinaturalizzazione del sito e riuso dello stesso per la coltivazione di piante officinali.

Il progetto non è piaciuto alla Regione Lazio. Perché quando c’è a disposizione un sito inquinato che può essere bonificato si preferisce destinare i rifiuti in zone più “pulite” e vicino a centri abitati?

La Regione ha dato parere negativo alla discarica della Paguro, ma da anni ricorre ad accordi interregionali (vedi il recente accordo con l’Abruzzo), violando il principio di prossimità, per trattare fuori regione i rifiuti del Lazio.

Tutto questo nonostante la stessa amministrazione abbia in più sedi ammesso che gli impianti di trattamento della Regione Lazio siano più che capienti e addirittura sovradimensionati.

La stessa Regione che addirittura consente che gli scarti siano smaltiti nella discarica di Albano, in contrasto con quanto lo il dott. Tocchi ha dichiarato avanti l’ACGM, ossia che gli scarti vanno smaltiti nell’ambito della stessa ATO dell’impianto di trattamento.

Nella Conferenza di Servizi del 15 febbraio gli intervenuti hanno omesso di prendere in considerazione la nota del Prefetto inviata in conseguenza della “Diffida della Paguro”.

Ancora una volta le amministrazioni hanno mostrato di non tutelare la salute dei cittadini, rinunciando alle risorse che la Paguro ha messo a disposizione (circa 40 milioni di euro) per la bonifica.

Chissà cosa staranno pensando i cittadini di Albano Laziale e Viterbo.

Lì si portano rifiuti, si inquina, e nessuno paga. Oppure cosa pensare su Malagrotta?

Dove c’è chi ha inquinato, guadagnato, ma per pagare la bonifica ci penseranno Governo e Regione.

Ancor più, cosa diranno i cittadini di Magliano Romano e gli altri sedici comuni del comprensorio che si sono visti autorizzare una discarica in brevissimo tempo e con tutti pareri negativi?

Adesso vedremo cosa farà l’assessore ai Rifiuti della regione Lazio, Massimiliano Valeriani, che alla nostra redazione aveva dichiarato che ogni ATO doveva raggiungere l’autosufficienza.

Quale discarica ha individuato per l’autosufficienza dell’ATO di Latina?

Per pura coincidenza proprio in questi giorni si è insediato, alcuni mesi dopo la nomina, il commissario per l’emergenza rifiuti della provincia di Latina, Illuminato Bonsignore.

Spetta a lui individuare il sito e ha promesso di farlo entro tre mesi.

Il countdown è già partito.

Intanto in località La Gogna, ad Aprilia, non ci sarà bonifica e altre opere compensative quali un pozzo per le abitazioni della zona (chiudendo i pozzi privati inquinati) e altre opere di urbanizzazione.

Esultano i consiglieri comunali di Aprilia dopo l’esito della Conferenza dei servizi.

Intanto, però, evocano la tanto agognata bonifica della zona con i soldi del PNRR.

Arriveranno?

La stessa amministrazione comunale che, in trent’anni, si è completamente disinteressata di ripulire la zona.

Gli “obblighi” di bonifica incombono sul responsabile della contaminazione (che l’Amministrazione competente ha omesso di identificare e perseguire) e sull’Amministrazione comunale e, in via di surroga, regionale, che sono state già chiamate a risponderne in sede risarcitoria innanzi al giudice competente. Intanto una cosa è certa: le Amministrazioni intervenute, con il loro dissenso, hanno rinunciato a risparmiare risorse erariali pari a circa 40 milioni di euro, tra costi di bonifica e misure aggiuntive di compensazione.

Vero che ci sarebbe stata la contestuale realizzazione di una discarica per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi, ma è anche vero che in alcuni centri del Lazio le discariche stanno nascendo senza alcuna bonifica.

Probabilmente il Quadro realizzato in località La Gogna ad Aprilia non piace ai cultori del “cubismo”. Il Pittore che utilizza lo pseudonimo “Acea” continuerà a riprendere gli oggetti da differenti angoli visuali simultaneamente… Ognuno con una diversa interpretazione.

Nel frattempo la zona del litorale Sud del Lazio è stata interessata per l’ennesima volta sul traffico illecito dei rifiuti».


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