L’angolo delle curiosità: Pier Paolo Pasolini

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L’angolo delle curiosità: Pier Paolo Pasolini 

Se dunque mi preparo a lottare, come posso, e con tutta la mia energia, contro ogni forma di terrore, è, in realtà, perché sono solo. Il mio non è qualunquismo, né indipendenza: è solitudine(Pier Paolo Pasolini)

Nel 1949 Pier Paolo Pasolini si trasferì a Roma scoprendone il mondo sottoproletario che gli ispirò diverse opere (Ragazzi di vita del 1955 e una Vita violenta nel 1559). Collaborò anche con il mondo cinematografico lavorando con il regista Federico Fellini e dirigendo numerosi film. Morì nel 1975 ad Ostia in circostanze oscure.

Lo scrittore Alberto Moravia ha rivolto un indimenticabile, commovente elogio funebre per l’amico Pasolini.  La morte atroce e crudele del suo grande amico lo aveva terribilmente turbato. Aveva per il geniale poeta friulano un enorme rispetto, ne ammirava il talento. Nutriva per lui un forte e sincero sentimento di amicizia.

Pier Paolo Pasolini ha scritto a proposito di Sabaudia: «Eccoci di fronte alla struttura, la forma, il profilo di una città immersa in una specie di luce lagunare, benché intorno ci sia una stupenda macchia mediterranea».

Pier Paolo Pasolini è stato un poeta, scrittore, regista, ma anche un intellettuale autentico, un profeta che amava il passato, la tradizione italiana in un modo struggente.

Secondo il critico letterario e saggista Filippo La Porta «Il discorso di Pasolini, in forma di appello o requisitoria, si rivolgeva al cuore di tutti, anche a chi era escluso dal ceto “riflessivo” o intellettuale proprio perché formulato in termini poetici, figurativi, affidati alla immediatezza di metafore semplici e potenti».

Per lo scrittore e poeta Pier Paolo Pasolini «Le forme letterarie (poesia, romanzi, teatro…) sono prodotti dell’intelligenza (anche se irrazionali, o in polemica con l’intelligenza sotto forma di logica)».

Pier Paolo Pasolini è stato un poeta, scrittore, regista, ma anche un intellettuale autentico, un profeta che amava il passato, la tradizione italiana in un modo struggente. Secondo il compositore musicista Nicola Piovani è stato «un intellettuale che alzava lo sguardo oltre il perimetro visibile, che guardava la realtà oltre le apparenze, che varcava le colonne d’Ercole del sapere, mettendo in conto anche il rischio del naufragio».

Secondo il critico letterario Alfonso Berardinelli «L’odio, il disprezzo, l’ostilità di cui Pasolini fu oggetto non riguardavano il suo essere poeta, quanto piuttosto l’essere stato un geniale e radicale critico della società».

Secondo Pier Paolo Pasolini «La morte non è/nel non poter comunicare/ma nel non poter più essere compresi». (Versi dalla raccolta, Poesie in forma di rosa). Per il poeta

«Finché siamo vivi manchiamo di sensi, solo grazie alla morte la nostra vita ci serve per esprimerci».

           Il giocatore Gigi Riva, recentemente scomparso, secondo Pier Paolo Pasolini, era un poeta realista, giocava un calcio in poesia.

 

 

 

 

 


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