Latina città dei diritti. C’è scritto così appena sotto lo stemma del Comune di Latina.
I diritti di chi? Certamente degli immigrati ai quali l’amministrazione Coletta vuole un gran bene, condiviso peraltro da chi scrive. Come dimenticare l’enorme tavolata di cibarie per i profughi che Coletta ha voluto nel pieno centro città. O i tanti ragazzi di colore improvvisatesi giardinieri per annaffiare qualche fioriera in Piazza del Popolo oppure i balletti africani sotto il Palazzo del Comune .
Tutte piccole attenzioni volte a favorire l’integrazione fra la popolazione migrante e la città. Tutto giusto e lodevole. Tuttavia, “Latina città dei diritti” mal si attaglia come definizione alla notizia del bimbo di sei anni- ripetiamo, sei anni!- al quale è stato impedito di mangiare a mensa con i suoi compagni di scuola. Pare vi fosse un cortocircuito fra i bonifici che, effettivamente, la famiglia del piccolo ha dimostrato d’aver fatto per la mensa e l’iscrizione alla stessa che non risulta pervenuta all’Assessorato competente guidato dall’ottimo Gianmarco Proietti.
L’Assessore è un tipo educato e piacevole. A differenza dei suoi colleghi e massimamente del suo Sindaco è provvisto di buona educazione tanto da salutare per primo ogniqualvolta ti incontra.
Non è un mistero che in Lbc si pensi a lui per il dopo Coletta in un’ottica di alleanza amministrativa con il Pd.
Dall’Assessore Proietti, insomma, visto anche l’impegno con il quale sta studiando da Sindaco ci saremmo aspettati una risposta un poco più all’altezza del caso in questione.
Sentirsi escluso da un momento di condivisione e socializzazione così importante come la mensa può creare traumi di non poco conto nella mente di un bambino di sei anni.
Come si fa a lasciare un bimbo di quella età senza cibo dopo aver affrontato una intera giornata scolastica ? Dov’è, insomma, la città dei diritti, della solidarietà, dell’accoglienza?
Non sarà che quel bambino poteva rimanere a stomaco vuoto perché dalla sua non aveva nessuna cooperativa pronta a difenderlo, magari lucrandoci sopra?
Fossi stato l’Assessore o il Sindaco la rata della mensa l’avrei pagata io giacché saprei la differenza che passa fra un politico ed un rigido burocrate.
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