Matteo Dall’Osso: la Sclerosi Multipla e l’incontro con Berlusconi :”Rido sempre ma non scherzo mai. I grillini mi prendevano in giro, il Cav mi ha fatto sentire a casa”.

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Stamane mi fermo a prendere un caffè e a fare la rassegna stampa quando vedo arrivare un ragazzo elegante e sorridentissimo. S’appoggia ad un bastone da passeggio per avere maggiore stabilità nel mezzo dei sampietrini di Roma.

Lo riconosco subito, è Matteo Dall’Osso. Deputato di Forza Italia con un passato nel Movimento Cinque Stelle. Lui saluta tutti, parla con tutti ed a tutti offrirebbe un caffè.

Decidiamo di soprassedere con la lettura dei giornali ed iniziamo a chiacchierare.

 

Onorevole Dall’Osso, com’è che inizia la sua avventura nei Cinquestelle?

 

Stavo uscendo dal lavoro a Bologna, la mia città, e sull’autobus ho incontrato il Capogruppo in Consiglio Comunale dei Cinquestelle. Mi ha colpito per la sua intelligenza e da lì è iniziato tutto.

 

Fra l’altro l’Emilia Romagna, per il Movimento Cinquestelle, è terra d’eretici. Dalle sue parti, infatti, vi furono le prime epurazioni: Favia in Regione e Federica Salsi in Comune…

 

Ha ragione, è proprio così. Fra l’altro Giovanni Favia è un bravissimo ragazzo, particolarmente intelligente. Quella prima infornata era piena zeppa di gente con il quid.

 

La sua storia ci parla di un ragazzo che ha sperimentato il dolore e la malattia. Quando ha scoperto di soffrire di Sclerosi Multipla?

 

Avevo 19 anni. Stavo in moto quando tutto ad un tratto ho cominciato a vedere doppio. Abbiamo fatto gli accertamenti del caso e mi hanno diagnosticato la SM. C’è stato un periodo nel quale non potevo muovere le mani, parlavo anche a fatica. Ora, con la terapia che sto facendo, va molto meglio. Non lo direbbe mai, ma io ho 41 anni. Sono tanti anni che combatto con la malattia, con il sorriso. Io rido sempre ma non scherzo mai.

 

Quando ha deciso che avrebbe lasciato il Movimento Cinque Stelle?

 

Quando ho compreso che non ero io ad essere cambiato, ma era il movimento a mutare pelle. In Parlamento ho sempre cercato di lavorare sui temi della disabilità. I miei emendamenti però erano sempre bocciati da quelli che avrebbero dovuto essere i miei compagni. Nella scorsa legislatura io ero Capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera. Lì ho conosciuto Renata Polverini, con lei ho condiviso il mio disagio ed è accaduto l’impensabile!

 

Cioe?

 

Dopo due ore ero già a colloquio a Palazzo Grazioli, insieme al Presidente Berlusconi. Lui non avrebbe mai smesso di parlare son stato io ad interromperlo dicendo :”Basta Presidente, non mi deve convincere. Io ho già deciso, entro in Forza Italia!”

 

Come l’hanno presa i suoi ex compagni di partito?

 

Non benissimo. Diciamo che si è scatenato un putiferio. L’unico dispiacere è stato prendere atto che molti “amici” non erano in realtà tali.

Lei che è stato eletto fra i grillini, i nemici più acerrimi del Cav,  arriva con tutti gli onori a Palazzo Grazioli. Ammetterà che è una storia curiosa: è cambiato il suo giudizio su Berlusconi?

 

Assolutamente sì. Come ingegnere ho lavorato per un periodo in Germania e lì l’ex Premier non era visto benissimo, quasi dovevo giustificarmi di essere italiano. Questo perché lui difendeva gli interessi dell’Italia con intransigenza ed intelligenza. Una volta conosciuto a Palazzo Grazioli ho avuto  la percezione di star vicino ad un uomo che non mi chiedeva altro che continuare a lottare per i disabili, dimostrando una generosità senza pari. Prenda anche la storia di Nadia Toffa: appena si sentì male a Trieste il Cavaliere mandò il suo elicottero che la portò al San Raffaele. E la Toffa non aveva mai votato Forza Italia, pur lavorando a Mediaset.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.