Le opere narrative di Umberto Eco

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Gli altri romanzi di successo

I narratori non vogliono essere liberi di inventare tutto ciò che vogliono.      La costruzione di un mondo e la scelta di alcuni vincoli li obbligano a seguire la logica interna della storia e in una certa misura la logica dei personaggi.  Umberto Eco

Dopo il successo colossale del romanzo più famoso, Il nome della rosa, Umberto Eco, con grande passione affabulatoria, che costituisce uno dei tratti dominanti della sua personalità, ha scritto altri fortunati romanzi che, secondo alcuni critici letterari, sono più elaborati sia dal punto di vista del linguaggio sia nella tecnica compositiva.

Tutti i protagonisti dei racconti narrativi di Eco, secondo la studiosa americana Norma Bouchard, sono caratterizzati da una particolare vis semiotica perché sono personaggi che forniscono spiegazioni a eventi e fatti che sono presi «per verità fattuali dall’enciclopedia della cultura» e che di fronte ai successi e fallimenti ermeneutici «si sforzano di dare un senso alla complessità della loro cultura e delle circostanze».

Con il suo immaginario semiotico, presente nei romanzi, Eco permette ai lettori di «navigare nell’innegabile complessità dei processi storici,  culturali e sociali che costituiscono la realtà vissuta di ogni esperienza umana». Per Eco «un romanzo è un palcoscenico per certi aspetti della vita con tutte le sue contraddizioni».

Il pendolo  di Foucault (1988)

Il secondo ponderoso romanzo, dal titolo enigmatico e catturante per l’atmosfera da thriller, è un feuilleton ricco di citazioni esoteriche dalla Cabala all’alchimia e alla teoria del complotto. In questa narrazione ambigua e inquietante, dove l’azione è ridotta al minimo e la dialogicità (la disputa, medievalmente intesa) domina sovrana, la vicenda comincia nella società contemporanea per poi svolgersi a poco a poco all’indietro, al tempo delle crociate.

Gli eventi principali narrati accadono tra il 1970 e il 1980, dopo la rivoluzione culturale del 1968, in un mondo frammentato da autonome credenze sociali, politiche e culturali. Gli eventi sono raccontati in prima persona da Casaubon, professionista dell’editoria, che insieme agli due personaggi, suoi amici, Jacopo Belbo e Diotallevi, incrocia misteri templari e complotti. In quest’opera c’è una polemica contro il pensiero occultista e le varie sindromi della cospirazione.

L’isola del giorno prima (1994)

         Terzo romanzo è ambientato nel XVII secolo, nel 1643, un periodo di grandi trasformazioni religiose, sociali e filosofiche. Un giovane piemontese, Roberto De La Grive, naufraga nei mari del sud su una nave deserta e ha davanti a sé un’isola irraggiungibile, un ambiente apparentemente accogliente, ricco di meraviglie e di inesplicabili insidie. In questo singolare romanzo d’avventura l’autore si diverte a gettare un sguardo nuovo sulle varie filosofie del periodo barocco e sul caso di un universo senza limiti, nato con le scoperte della nuova astronomia.                                    Questo romanzo-enciclopedia ha scritto  il critico letterario Enzo Golino, «è un organismo che nasce non tanto dalla bravura dell’autore nell’esercizio freddamente strutturale dell’Ars combinatoria quanto da un concertato processo di ibridazione tra generi romanzeschi diversi impegnati in una gara di reciproca fecondazione».

Baudolino (2000)

         Quarto romanzo storico-fantastico, ricco di intelligenza affabulatoria ed erudizione, racconta la storia di Baudolino, la cui figura è tratta dalle tradizioni leggendarie della città d’origine dell’autore: Alessandria. Il protagonista è un ragazzo di campagna con doti intellettuali non comuni, un piccolo contadino fantasioso e bugiardo, che viene adottato dall’imperatore Federico Barbarossa nel dodicesimo secolo.

Un racconto picaresco che narra le peregrinazioni del protagonista alla scoperta del regno descritto dal Prete Gianni, capo religioso e monarca di un enigmatico Paese orientale. Romanzo erudito e scintillante per l’apologia del mito e dell’utopia che mette insieme un mondo diviso tra profondi conflitti politici e sociali. Il libro, che è una riflessione implicita sulla relazione tra verità e menzogna, attraversa  tutta la sapienza di un’epoca teologica, filosofica, mitologica e gastronomica.

La misteriosa fiamma della regina Loana (2004)

Quinto romanzo “illustrato” multimediale, semiautobiografico e, nello stesso tempo, storico-fantastico e antiromanzo che affronta problemi sulla memoria oggi studiati dalle scienze cognitive. Una specie di amarcord nel quale l’autore immagina che un vecchio professore, affetto da amnesia, si rechi nei luoghi della prima giovinezza (tra Langhe e Monferrato) per ritrovare la memoria autobiografica perduta.

Giambattista Bodoni (detto Yambo), il protagonista di questo romanzo della memoria, che parla per frasi fatte e citazioni, non riesce a riconoscere amici e parenti e non ha nessuna consapevolezza del suo io passato di giovane uomo italiano cresciuto durante gli anni del regime fascista. Conservando una memoria semantica o collettiva, recupera la memoria del suo passato attraverso una serie di oggetti, libri, vecchi quaderni, fotografie, stampe, pubblicità, francobolli, i primi albi a fumetti e dischi con le canzoni di quegli anni lontani risalenti alla seconda metà del Ventennio fascista.

Il Cimitero di Praga (2010)

         Il sesto romanzo ha come protagonista il capitano Simonini, falsario che vive nel XIX secolo. Questa opera ricostruisce attraverso gli spostamenti (Torino, Napoli, Parigi) un vasto affresco storico scosso dalla Rivoluzione francese, dalla Comune di Parigi, dalla massoneria, dal clericalismo e dell’anticlericalismo, dal capitalismo, dalla rivoluzione industriale, ma soprattutto dal dilagare del nazionalismo e dell’antisemitismo. La teoria della cospirazione è l’argomento centrale, mentre l’autore prova a mostrare la follia dell’antisemitismo. Nella sua Autobiografia intellettuale, infatti, Eco scrive che: «un romanzo come Il cimitero di Praga  rappresenta un tentativo di costruire la psicologia di un antisemita e di spiegare in forma narrativa la nascita dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion».

Numero Zero (2015)

Il settimo e ultimo romanzo è una critica al sistema mediatico italiano e, per certi versi, un’ammissione del fallimento del progetto della costruzione di un’identità nazionale e di uno Stato italiano. È un dibattito implicito sul giornalismo e la verità fattuale e la storia di una immaginaria redazione chiamata a creare un giornale di complotti e ricatti. Il protagonista è Colonna, uno scrittore fallito, che si ritrova in un giornale destinato ad alimentare la macchina del fango. Nel romanzo sono presenti più tematiche ma quella, forse, più pervasiva è la distorsione della verità e la moltiplicazione delle verità, una mistificazione della realtà, trasformata in post-verità.

L’intera produzione narrativa di Eco, caratterizzata dall’immensa mole di dati eruditi e di rocambolesche avventure, dimostra l’energia inventiva di un grande affabulatore perché, come ha scritto il critico letterario Alberto Asor Rosa, «le narrazioni di Eco sono contemporaneamente frutti d’invenzione e d’immaginazione, meccanismi linguistici e macchine da guerra della ricezione e della comunicazione».

 

 

 

 

 


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