“Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del Mondo”, gridò un incontenibile Nando Martellini quando l’arbitro diede il fischio finale di Italia Germania 3 – 1, finalissima dei campionati mondiali di Spagna ’82. E in quella Coppa che di lì a poco la squadra avrebbe alzato al cielo c’era molto, ma proprio molto di Paolo Rossi.
Pablito Rossi si è spento stanotte a soli 64 anni, stroncato da un male incurabile. A darne l’annuncio la moglie Federica Cappelletti attraverso un post su Instagram.
3 gol al Brasile nella leggendaria partita finita 3 – 2 per noi con dall’altra parte del campo mostri sacri del calcio di tutti i tempi come Falcao, Zico, Cerezo e altri.
2 alla Polonia in semifinale, uno nella finale contro i tedeschi di Breitner, per un totale di sei reti che gli valsero il titolo di capocannoniere di quell’edizione dei mondiali.
Un’impresa che lo portò alla conquista del Pallone d’Oro, e a diventare il primo calciatore a vincere nella stessa annata campionato del mondo, titolo dei marcatori e appunto Pallone d’Oro. Un record che solo il grande Ronaldo, il brasiliano, avrebbe eguagliato esattamente vent’anni dopo.
Oltre a quella bianconera della Juventus, nella sua carriera Rossi ha vestito le maglie di Como, Vicenza, Milan e Verona, dove chiuse la carriera.
Dopo l’addio al calcio giocato, è rimasto in quel mondo come opinionista di spicco per Rai e Mediaset.
Un 2020 tristissimo quello che va a chiudersi per gli eroi del calcio degli anni 80.
A qualche giorno dalla morte di Diego Armando Maradona, se ne va anche Pablito Rossi, avversari in un epico Italia Argentina per il girone di qualificazione alle semifinali sempre nello stesso mondiale ’82.
Due pilastri di un calcio che non c’è più
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