Palazzina LAF , film di esordio alla regia di Michele Riondino, racconta con sagacia un caso drammatico di bossing di casa nostra

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Titolo: PALAZZINA LAF

Genere: Dramma

Durata: 99 min

Regia: Michele Riondino

Soggetto: Alessandro Leogrande (dal libro Fumo sulla città, Fandango, 2013)

Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Michele Riondino

Musica: Teho Teardo, con inserimento nella colonna sonora della canzone La mia terra  di Antonio Diodato

Paese Produzione: Italia, Francia, 2023

Cast: Michele Riondino,Elio Germano, Vanessa Scalera, Paolo Pierobon, Anna Ferruzzo, Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, Michele Sinisi, Fulvio Pepe, Marina Limosani, Eva Cela, Pierfrancesco Nacca, […]

Magnifico e coinvolgente film PALAZZINA LAF, opera prima di Michele Riondino come regista e sceneggiatore, in cui è anche attore nei panni di Caterino Lamanna, un operaio che lavora nell’industria siderurgica ILVA di Taranto. Costui è un giovane sanza fama e sanza lodo – direbbe Dante Alighieriche  abita in campagna con la speranza di vivere in città, nel caso che lo zio gli conceda la sua casa disabitata dove andrebbe a risiedere assieme alla sua promessa sposa Anna (Eva Cela). Un giorno mentre si reca al lavoro viene avvicinato dal dirigente dell’ufficio del personale, Giancarlo Basile (Elio Germano), che inaspettatamente e con savoir-faire gli offre l’uso di una Panda a condizione che faccia il delatore. Caterino si mette subito a disposizione senza comprendere la gravità dell’incarico che gli viene assegnato, anzi è piuttosto appagato per essere stato nominato nel contempo caposquadra. Un giorno, spinto dalla curiosità, entra nella Palazzina LAF, dove trova un folto gruppo di dipendenti dell’azienda, costituito da impiegati, operai e tecnici altamente specializzati, che non fanno niente e non sanno cosa fare. Pensando che quello fosse il luogo ideale per lui, chiede e ottiene da Basile di potervi trasferirsi. Però,  mi devi dire tutto quello che succede là dentro! – gli impone per condizione Basile. In effetti quella palazzina è l’ex Laminatoio A Freddo trasformato in un reparto-lager, dove si trovano tutti coloro, sgraditi e invisi ai vertici dell’azienda, che non possono essere licenziati per giusta causa secondo l’allora vigente art. 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge n.300/1970).

L’apporto delatorio di Caterino potrà così dare a Basile la lettura delle loro strategie al fine di poterli controllare, fargli fallire ogni tentativo di rivalsa e indurli a dimettersi. Caterino va così a condividere – si fa per dire – con un illusorio ufficio tutto suo, la sorte dei coinquilini dell’ex-LAF, dove col tempo si renderà conto che quel posto non è per privilegiati in quanto nessuno lavora, ma è un luogo di sofferenza e inquietudine per personale qualificato.

LAF è l’acronimo di Laminatoio A Freddo, che potrebbe considerarsi metafora di quel che l’azienda vuole fare dei suoi dipendenti considerati “molesti”, cioè far loro assumere un contegno di sottomissione incondizionata, usando come fosse una pressa il metodo bossing (una specie di mobbing equivalente al una molestia psicologica attuata da un capo su un dipendente al fine di indurlo a dimettersi). Contegno che risulta oltre che immorale anche illegittimo sotto l’egida dell’art. 4, c.1, della Costituzione italiana (La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto).

Ebbene nel 1997 si è verificato uno dei più gravi casi di bossing all’ILVA di Taranto, e Riondino lo ha, con semplicità e fluidità, voluto far conoscere al grande pubblico con questo film che è stato dichiarato Film della Critica dal SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) 2023 ed è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 nella sezione Grand Pubblic.

Riodino sagacemente, e patriotticamente perché Taranto è la sua città, confeziona due figuri fortemente meschini che, pur non svolgendo un lavoro di pari livello, stanno sullo stesso livello nella graduatoria comportamentale della negatività umana. Da una parte Caterino Basile, un giovane già inguaiato di suo, un tipo ignaro che si comporta come un novello Giuda (come costui purtroppo ce ne sono tanti negli ambienti lavorativi), che non comprende la gravità delle sue azioni vendendo la sua anima al diavolo – come si dice solitamente – per un’autovettura oltretutto vecchia tutta sua, senza dover pagarne l’assicurazione, e per un avanzamento di carriera, e, dall’altra parte, Giancarlo Basile, personaggio cinico e arrogante, un boss che esercita il suo potere in maniera gratuita e talmente vergognosa da apparire un miserabile più di Caterino in quanto, a differenza di questo, è consapevole di quello che fa. Da una parte c’è l’ignoranza e l’arroganza dall’altra, ignoranza e arroganza che si scambiano i significati biunivocamente e inducono i due turpi esseri a commettere danni irreversibili su individui inermi e indifesi.

Palazzina LAF vuole dunque essere un racconto dal realismo inequivocabile, teso a far scoprire quel che è successo nel 1997 all’ILVA, l’acciaieria  di Taranto, e che vuole essere uno stimolo per gli abitanti di evadere dall’ingiustizia e dalle divisioni e di riacquistare la voglia di rinascita. Canta infatti il tarantino Diodato nella canzone La mia terra, a corredo della colonna sonora: … Eppure amore mio/ Non si è mai spezzato/ Questo sogno fatato/ Che ci tiene legati/ con tutto l’amore alla terra/ Che non abbiamo difeso/ Ed ora è un campo minato/ Su cui crescono fiori bellissimi.

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).