Un gruppo di ricercatori dell’università La Sapienza di Roma, unitamente all’ing. Francesco Berardi e all’amministrazione comunale isolana, si sta interessando al recupero delle vecchia miniera in chiave turistica, in un piano di valorizzazione dell’archeologia industriale. Un tentativo ben riuscito è stato già messo in atto in Sardegna, nel Sulcis-Iglesiente. A Ponza esiste la storica miniera di caolino e bentonite ex Samip – abbandonata da anni – con gravi problemi ambientali vista la mancata bonifica dell’area a Le Forna.
A Ponza la prima fase è la messa in sicurezza d’emergenza; poi potrebbero partire le fasi successive che porteranno al recupero definitivo del bene, uno dei gioielli del patrimonio di archeologia industriale del Lazio, come l’ex fornace Sieci di Scauri.
Oltre al recupero degli edifici abbandonati e pericolanti potrebbe essere previsto un intervento sull’approdo, consentendo l’accessibilità del sito sia da terra che da mare.
Il recupero della zona è di fondamentale importanza per il turismo isolano, visto il crescente boom dell’archeologia industriale nel Bel Paese, un fenomeno da sottolineare.
Nella ex Samip sarà possibile anche la realizzazione di un sistema di trasporto passeggeri su rotaia, compatibile con il contesto storico e paesaggistico del sito monumentale inaugurato nel 1937 e chiuso definitivamente nel 1976.
L’opera potrebbe essere interamente finanziata con fondi europei come avvenuto a Favignana con l’ex stabilimento per la produzione di tonno in scatola della notissima famiglia Florio, meta di migliaia di visitatori che apprezzano il lavoro svolto con cura e competenza.
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