LATINA- Emilio Fede ha 90 anni, dicasi novanta. Deve scontare una condanna a 4 anni e 7 mesi per il reato di tentata estorsione per un presunto e poco chiaro “foto-ricatto”. Attualmente l’ex Direttore del Tg4 è agli arresti domiciliari nella sua casa di Milano 2. Tuttavia, pochi giorni fa la notizia drammatica: è morta Diana De Feo, sua moglie. L’ex Senatrice di Forza Italia da tempo viveva a Napoli.
Dunque Fede ha immediatamente raggiunto la moglie per l’ultimo saluto. Svoltosi il funerale, il Direttore ha prenotato una camera in un noto Hotel di via Caracciolo. Alle 4.00 del mattino ha sentito bussare: erano due poliziotti incaricati di verificare se il Tribunale di Sorveglianza di Milano avesse concesso a Fede di partecipare alle esequie della moglie.
Un novantenne, fra l’altro non in condizioni psico-fisiche ottimali ( basterebbe assistere ad una delle dirette che il nostro improvvisa su Instagram), trattato alla stregua di un boss mafioso o comunque di un criminale abituale. Ripeto, basterebbe osservare il volto e il fisico di Emilio Fede per come oggi si presenta, per scartare categoricamente ogni ipotesi di fuga o di reiterazione di qualsivoglia reato.
Un sistema democratico e liberale non agisce come uno stato di polizia. Soprattutto non dovrebbe essere debole coi forti e forte coi deboli. Fin dai tempi dell’arresto di Enzo Tortora, ahimè, siamo abituati alle operazioni spettacolari quando al centro della scena vi è un personaggio pubblico. Impossibile dimenticare l’immagine di Tortora in manette, o di molti politici o dirigenti pubblici ai tempi di Tangentopoli: il più delle volte innocenti arrestati ingiustamente. Gli epiloghi, nella maggioranza dei casi, sono stati due: assoluzione o suicidio.
Nel caso dell’ex Direttore del Tg4 ci troviamo in presenza di una sentenza passata in giudicato. Fede, infatti, sta scontando la sua pena agli arresti domiciliari dati i suoi novant’anni. Tuttavia, accanirsi su un vecchio marito che affronta centinaia di chilometri per l’ultimo saluto alla compagna di una vita non è soltanto ridicolo ma violento ed inumano.
Anche per questo è necessario porre fine allo strapotere arbitrario del’ordine giudiziario. L’Italia ha bisogno di una giustizia giusta e dal volto umano, non di toghe militanti e manettare.
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