Il soffio del vento: Cibo

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La fame di cibo è disumana perché toglie la fame della bellezza, della gioia e della ricerca, la fame di Dio.                                                              Guy Consolmagno

Il cibo è tutto ciò che si mangia, è l’alimento che serve  all’essere umano per nutrirsi e per vivere. La vita dell’organismo umano si basa sul bisogno fisiologico dell’alimentazione e di una dieta, alla quale non possono mancare alcuni principi nutritivi essenziali, che hanno effetti significativi sullo sviluppo e sul funzionamento dell’organismo sia a livello fisico che psicologico.

Soprattutto nella tradizione popolare, il cibo viene identificato con il pane considerato bene primario e prima necessità giornaliera dell’uomo, nutrimento basilare della vita umana.

Il cibo, nel corso della storia dell’umanità, ha assunto diversi significati ed è stato oggetto di attenzione, di analisi e di riflessione per il mondo della religione e della spiritualità, dell’arte e della letteratura, della biologia e della psicologia, dell’antropologia e della sociologia, dell’economia e del commercio.

Per quanto riguarda la religione nell’epoca biblica il prodotto alimentare principale era il pane. Oltre a svolgere le funzioni vitali, il cibo aveva altre funzioni e usi; era un mezzo per stringere rapporti e patti sociali. Il pane condiviso era un simbolo non solo di compagnia e di amicizia (cum panis compagno), ma di festa e di gioia.

Il cibo era storicamente importante anche dal punto di vista della storia dell’arte come il famoso Cenacolo, dipinto da Leonardo da Vinci, l’ultima cena dove viene istituita l’eucarestia, rito durante il quale si spezza “il pane”. Legato al cibo è anche il concetto di manna e di digiuno la cui importanza più volte viene messa in risalto nel racconto biblico  sia come cibo fornito da Dio agli ebrei nel deserto sia come astensione dal cibo stesso durante i quaranta giorni trascorsi nel deserto da parte di Gesù.

Il cibo ha un rilievo anche dal punto di vista psicologico sia  per la bulimia che per l’anoressia, problemi connessi con l’alimentazione eccessiva nel primo caso e manchevole nel secondo  per l’ostinato rifiuto di una normale assunzione di cibo. Ha scritto lo scrittore irlandese, Oscar Wilde: «Non riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo».

Anche dal punto di vista letterario il cibo è stato preso in considerazione, infatti Marcel Proust ricorda nella sua opera À la Recherche du temps perdu che il profumo inconfondibile di un piatto può risvegliare la memoria, rievocare un rito di famiglia, un ricordo, un’amicizia, un amore, un dolore, una ferita.

 


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