Gli ex magistrati tranesi arrestati, Antonio Savasta e Michele Nardi, ora in servizio al Tribunale di Roma, avrebbero garantito esiti processuali positivi in diverse vicende giudiziarie e tributarie in favore degli imprenditori coinvolti in cambio di ingenti somme di danaro e, in alcuni casi, di gioielli e diamanti. Gli imprenditori avrebbero pagato per i favori ricevuti e gli avvocati avrebbero svolto il ruolo di intermediari e facilitatori. È quanto avrebbe accertato la Procura di Lecce.

L’ispettore di polizia arrestato, Vincenzo Di Chiaro, si sarebbe invece messo «al servizio dell’imprenditore coratino D’Introno (tra gli indagati, ndr) – a quanto viene riferito – quale momento indispensabile di collegamento con il magistrato Savasta per il complessivo inquinamento dell’attività investigativa e processuale da quest’ultimo posta in essere».


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