L’alfabeto di Dio

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L’alfabeto di Dio                                               di Gianfranco Ravasi (II parte)                                              Le parole greche del Nuovo Testamento

Leggi spesso le divine Scritture; anzi, le tue mani non depongano mai il libro sacro. (San Girolamo)

          Nella seconda parte del libro L’alfabeto di Dio, l’autore Gianfranco Ravasi, docente per molti anni di esegesi dell’Antico Testamento, si sofferma col suo stile rigoroso e asciutto sulle principali e fondamentali parole greche del Nuovo Testamento: amore, fratello, apostolo, donna, vangelo, mondo, logos, fede, spirito, carne, sapienza, corpo, luce, anima, tempo, che costituiscono una sorta di manuale sintetico della teologia neotestamentaria. Il greco, a quel tempo era la lingua più comune a livello popolare e la più diffusa in tutto il mondo di allora, simile all’inglese di oggi.

          Amore (parola greca agape) nel Nuovo Testamento è una categoria ideale fondamentale che esprime una gamma variegata di sentimenti e di impegni che intercorrono tra due persone legate da un’alleanza d’amore. Nel Vangelo di Giovanni, infatti, si trovano due straordinarie definizioni: «Dio è amore» e «Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio unigenito». L’amore, come generosità verso i fratelli, si estende anche verso gli ultimi, i poveri e i sofferenti e costituisce l’argomento decisivo del giudizio divino sull’umanità alla fine della storia.

          Fratello parola presente nel Nuovo Testamento 343 volte. Gesù chiama i suoi fratelli “più piccoli”, gli affamati, gli assetati, gli stranieri, i nudi, i malati e i carcerati. Soprattutto san Paolo, nelle sue Lettere, si rivolge ai membri delle varie Chiese con l’appellativo di “fratelli”. E anche l’evangelista Giovanni afferma che «chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede».

          Apostolo è una delle parole greche più famose nell’ambito cristiano. Gli apostoli sono i discepoli, gli uomini e le donne che “seguono” Gesù in senso fisico e spirituale e sono i testimoni oculari della sua presenza storica; soprattutto i Dodici sono prescelti e inviati nel mondo per annunciare e testimoniare la buona novella del loro Maestro.

          Donna, un vocabolo molto importante che si identifica con la madre di Gesù, figura di primo piano nel racconto della vita del Figlio. La vita di Cristo è circondata da tante donne che lo accompagneranno e custodiranno nel suo cammino terreno. Gesù accoglie e perdona donne, come la prostituta e l’adultera, testimoniando così l’attenzione verso la femminilità. I Vangeli testimoniano abbondantemente la presenza femminile. È una donna, infatti, ad assistere alla resurrezione del Cristo. Nel Vangelo di Giovanni un Cristo, stanco e assetato, chiede da bere a una donna che è una samaritana. Nelle ultime ore della sua vita sono alcune donne che assistono alla sua morte e gli prestano le onoranze funebri.

Vangelo (parola greca) nel Nuovo Testamento risuona 76 volte (sessanta delle quali sono nelle Lettere di San Paolo). Il termine significa «la buona novella», l’annuncio, la proclamazione della venuta di Cristo che offre la salvezza ai poveri, ai miseri, agli ultimi della terra. Il cuore di questo annunzio è il «Figlio di Dio» che unisce in sé umano e divino, storia ed eterno, spazio e infinito, morte e risurrezione.

Mondo significa cosmo, realtà segnata dalla bellezza e dall’armonia. Nel capitolo primo della Genesi il mondo è il creato dotato di ornamenti come la luce, l’acqua, gli animali, la vegetazione e l’uomo. E, come Gesù ha rivelato a Nicodemo, «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» e «ha mandato il Figlio nel mondo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui»

Logos significa “parola”, ma anche “discorso”. L’inno di apertura del Vangelo di Giovanni inizia così: «In principio era il Verbo/Parola (Logos) e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio…E il Verbo si fece carne» cioè umanità, storia, persona in Gesù di Nazaret.

Fede (in greco pístis) termine che costituisce l’anima stessa della religione e il filo conduttore della Bibbia. La parola fede si unisce con grazia, espressione dell’amore divino, con fiducia verso una persona, con ragione come fondamento delle cose che si sperano e come prova di quelle che non si vedono; e infine con opere che si compiono come segno dell’autenticità della fede.

Spirito (pneuma) che ha alla base il respiro, il soffio, l’alito, il vento. Il quarto evangelista Giovanni dice che «lo Spirito è come il vento e non lo si vede, solo lo si sente, e nessuno sa dire donde venga e dove vada» e aggiunge: «Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera».

Carne vocabolo che nel Nuovo Testamento ricorre ben 147 volte e sottolinea la dimensione dell’essere vivente in quanto legato alla sua fragilità, al suo esistere caduco e mortale. La parola sarx usata da Gesù, uomo vero fatto di carne, significa che il figlio di Dio sperimenta il limite, il dolore e persino la morte.

Sapienza termine che nell’Antico Testamento, oltre ad essere una qualità di Dio, apparteneva anche a una categoria di persone giuste e sagge e a un genere letterario specifico detto “sapienziale” come Giobbe, i Salmi, i Proverbi, Qoelet, il Cantico dei Cantici, il Libro della Sapienza, il Siracide: gli “Scritti” per eccellenza. Nel libro di Siracide c’è scritto: «Segui le sue orme, ricerca (la sapienza di Dio) e ti si manifesterà… alla fine in essa troverai un riposo che diverrà la tua gioia».

Corpo (parola greca sôma), pronunciata da Gesù nel Cenacolo ai suoi discepoli nell’ultima sera della sua vita terrena: «Prendete e mangiate: questo è il mio corpo». Nelle pagine della Bibbia la corporeità, come espressione della persona umana, è rilevante. Infatti l’attività pubblica di Gesù è basata sulla guarigione del corpo umano e spirituale dei malati.

Luce (in greco phôs) vocabolo simbolo supremo di vita, di bontà e di verità, si contrappone all’oscurità della guerra, della povertà, dell’emarginazione, delle solitudini e dei profughi. La luce che ci avvolge e ci riscalda, ci pervade e ci rivela, in tutte le religioni è un simbolo divino. Anche lo spazio e la storia umana sono intrisi di luce, quando sono visitati da Dio. La luce contrasta con la tenebra. Il buio, infatti, è la negazione dell’essere, della vita, del bene e della verità.

Anima (psiche) parola che con i suoi molteplici significati ha dominato nella cultura occidentale e ha generato termini come psicologia e psicoanalisi. Secondo le Sacre Scritture l’uomo è un essere unitario e vitale nel quale non è possibile separare anima e carne, perché la persona è una unità psico-fisica. L’uomo nella sua realtà creaturale, secondo san Paolo, è un «corpo psichico» ossia dotato di psiche (anima) e di corpo (sarx).  

Tempo che nella lingua greca ha due termini diversi: Chronos, che definisce il fluire del tempo oggettivo, misurato dagli orologi e dalle clessidre e indica date, successioni temporali, in pratica il calendario, e Kairos che designa il contenuto dei giorni e degli anni, gli eventi e le occasioni. Il kairos dei greci è la storia umana e personale nella quale ogni momento è colmo di eventi, esperienze, tragedie e miracoli; è l’orizzonte nel quale noi costruiamo il nostro destino. Nella Bibbia Dio è colui che può trascendere il tempo abbracciandolo e superandolo nella sua tridimensionalità di passato-presente-futuro.

L’alfabeto di Dio del cardinale Gianfranco Ravasi è un saggio molto chiaro e stimolante, ben documentato, pieno di intelligenza e dottrina, che raccoglie una costellazione di parole importanti e illuminanti, di vocaboli fondamentali e decisivi per la fede, utili e necessari per conoscere la Bibbia e approfondire il messaggio delle Sacre Scritture.


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