L’angolo delle curiosità: Letteratura

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La letteratura ha il compito e il senso di continuare la tradizione del narrare, perché noi possiamo sostenere la prova della nostra vita solo raccontando. (Peter Bichsel)

 Giuseppe Pontiggia, Peppo per gli amici, oltre che romanziere di alto livello è stato anche uno scrittore sapienziale, saggista acutissimo, indagatore profondo ed elegantemente umoristico dell’animo umano, del nostro rapporto con la vita, la morte, la malattia, il lavoro, i libri. Ha ricordato Roberto Mussapi che Pontiggia: «Non sono tanti i libri che meritano di essere letti fino in fondo vincendo la concorrenza degli altri e l’ossessione del tempo. Ebbene quei pochi leggiamoli».

 Carlo Emilio Gadda si trasferì nel 1925 a Roma in virtù della sua professione di ingegnere e si rapportò al regime fascista con un crescente disgusto alle cerimonie e ai riti del fascismo trionfante, che pure all’inizio aveva sostenuto in funzione antibolscevica esaltando in alcuni articoli l’operosità del regime in vari campi. Dopo la caduta del regime scrisse uno dei libelli più visceralmente antimussoliniani. Con l’opera al confine tra satira e saggio, Eros e Priapo, Gadda espresse, sfogando la sua avversione, accumulata in silenzio, a Mussolini e alla ideologia del fascismo.

          Eugenio Montale, Premio Nobel della letteratura, negli in cui il fascismo fu al potere, non nascose di opporsi pubblicamente al regime e firmò il manifesto promosso da Benedetto Croce per la libertà della cultura. Fece pubblicare gli Ossi di seppia dal giovane Piero Gobetti, uno dei più fieri avversari del regime e non prese mai la tessera del partito fascista a costo di perdere la direzione del Gabinetto Vieusseux (che avvenne nel 1938). Il poeta scrisse una bella bella e dolorosa poesia, pubblicata in rivista subito dopo la fine della guerra, ispirata dalla visita di Hitler a Firenze, avvenuta nella primavera del 1938, quando il dittatore tedesco fu accolto con tutti gli onori da Mussolini. Un testo poetico in cui Montale condannava il fascismo e il nazismo in maniera dura e diretta.

Molti furono gli scrittori e gli intellettuali, da Marinetti a D’Annunzio, da Ungaretti e Pirandello, accettarono di sostenere apertamente Mussolini e il fascismo sia per opportunismo e sia per reale convinzione ideologica. Non tutti i letterari dell’epoca accondiscesero però al compromesso. Alcuni preferirono non partecipare e rifiutarono di essere integrati negli apparati del regime senza finire in carcere o al confino.

La straordinaria opera letteraria e la figura poliedrica e controversa di Luis Ferdinand Céline (Courbevoie, 27 maggio 1894 – Meudon, 1º luglio 1961), scrittore, saggista francese ne fanno una delle voci più originali e autentiche del Novecento. Laureato in medicina, esercitò a lungo la professione, anche nei sobborghi parigini, ricavando da quell’esperienza impressioni e spunti per la sua futura attività di scrittore e di polemista. Partecipò alla prima guerra mondiale: fu ferito e decorato. Esordì nella letteratura piuttosto tardi, nel 1932, con un romanzo che resta la sua opera più nota: Voyage au bout de la nuit, una interpretazione suggestiva delle crisi e dei tormenti politici e morali del periodo fra le due guerre.

Il Gattopardo, romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa narra le trasformazioni avvenute nella vita e nella società in Sicilia durante il Risorgimento, dal momento del trapasso dal Regno Borbonico alla transizione unitaria del Regno d’Italia, seguita alla spedizione dei Mille di Garibaldi. Quest’opera letteraria indusse molta intelligenza progressista (Mario Alicata, Elio Vittorini, Alberto Moravia, Franco Fortini e persino Leonardo Sciascia (che però trent’anni dopo ammise di essersi sbagliato) a liquidare troppo sbrigativamente questo romanzo.

 


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