“Ancora una volta, l’incondizionata stima e l’assoluta fiducia al presidente, ed ai colleghi del Tribunale. L’attività dei magistrati di Latina è stata sempre improntata ad un unico obiettivo, quello di garantire l’efficienza delle procedure e di assicurare la massima trasparenza attraverso la pubblicità degli incarichi e la vigilanza sul conferimento degli stessi”.
Con questa nota l’Associazione nazionale magistrati sezione di Latina si schiera apertamente a sostegno del presidente del tribunale di Latina Chiaravalloti.

Il riferimento è alla decisione del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina che ha visto le dimissioni di 11 consiglieri su 15 in segno di protesta contro il presidente del Tribunale, Caterina Chiaravalloti.

Al centro del contendere la mancanza di trasparenza nella gestione degli incarichi giudiziari ai professionisti di Latina.

La questione della mancata trasparenza nella gestione degli incarichi giudiziari ai professionisti di Latina è esplosa oggi in tutta la sua importanza.

“Esprimiamo preoccupazione per la decisione del consiglio dell’Ordine degli avvocati che segna – spiegano – un’interruzione del percorso di leale e proficua collaborazione con il Foro e con gli altri operatori della giustizia, avviato dal presidente del tribunale al fine di assicurare il massimo contributo ad una efficiente gestione dell’attività giurisdizionale”.

“A tal fine, in tutti i settori – spiega l’Anm nella nota firmata dal suo presidente Pierpaolo Bortone – rispondendo ai membri del consiglio dell’Ordine dimissionari – è stata compiuta la necessaria ricognizione degli incarichi diretti ed endoprocessuali, sia per evitare concentrazioni di nomine, che per ovviare ad eventuali incompatibilità e, infine, per ragioni di opportunità in caso di altri procedimenti in corso, tutto ciò sempre e comunque valorizzando i professionisti del circondario, ai quali continua ad essere affidata la quasi totalità degli incarichi”.
“Atti che costituiscono espressione del principio dell’indipendenza del magistrato nell’esercizio della facoltà di scelta dell’ausiliario, la cui legittimità può, eventualmente, essere vagliata solo mediante gli ordinari mezzi di impugnazione”


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