LIVORNO – Le campane delle chiese a Livorno suonano troppo forte o troppo spesso? Dopo la protesta del giornalista livornese Diego Barsotti riguardo la chiesa dei Sette Santi, pubblicata sul quotidiano Il Tirreno circa due settimane fa, è il circolo Uaar di Livorno, l’organizzazione no profit presente in tutta Italia degli atei, agnostici e razionalisti, ad intervenire con un comunicato stampa per offrirsi come mediatore pacifico tra cittadini e Diocesi nell’occorrenza, per risolvere la questione. “Negli anni – dichiara Rossella Marini, coordinatrice di Uaar Livorno in carica dal 2019 – ci hanno scritto tante persone e in questi giorni la polemica si è allargata a varie altre zone dopo la chiesa dei Sette Santi, in cui i residenti si sono lamentati per il suono delle campane fuori dagli orari consentiti dal concordato”. La chiesa dei Sette Santi ma non solo, quella di Salviano 2, piazza Magenta, il Duomo, via San Gaetano, via della Madonna, e un po’ tutte le chiese del centro sono imputate di disturbare la quiete pubblica secondo le segnalazioni dei residenti che Uaar dichiara di aver raccolto. Nessuna limitazione per le funzioni religiose, ma gli scampanii fuori da quanto concede il concordato, per i rintocchi degli orari e in altre occasioni, sarebbero troppi e talvolta si può andare sopra la soglia dei 90 decibel che è la soglia di legge per i rumori molesti, si legge ancora nel comunicato. “Con questo non vogliamo fare nessuna polemica, anzi al suono delle campane siamo abituati e riteniamo che esistano rumori ben più sgradevoli come quelli causati dal traffico e dalle auto ma garantisco che alla lunga anche il suono delle campane, per chi ci abita vicino, può essere molto fastidioso. Vogliamo impegnarci a fare da mediatori pacifici per risolvere la questione qualora ce ne fosse bisogno, e cercare di fare capire ai parroci che è controproducente anche per loro un contrapposizione in questi tempi in cui la chiesa anno dopo anno sta perdendo i suoi fedeli. Per quanto sia spiacevole doverlo fare, se ci dovessero essere le dinamiche, i cittadini per un controllo dei decibel possono rivolgersi anche all’Arpat. Ognuno deve avere la sua voce ma auspichiamo che la Chiesa operi con serietà per evitare di sconfinare in una prepotenza”.
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