E’ ben nota la polemica-posizione di Leopardi nei confronti della natura. La quale ti può incredibilmente insultare (malformazione di nascita o nel corso della vita, degrado fisico etc.) ma nel suo ampio seno può anche accoglierti e proteggerti. Certo, di fronte ai terremoti,i tifoni e uragani ci si chiede il perché di tanto accanimento nei confronti dell’uomo indifeso o inerme. Da ragazzino ricordo che ogni domenica,al cinema, il biglietto prevedeva un obolo per “gli alluvionati del polesine”, e questo per diverso tempo. E’ universalmente noto che Pompei è stata rasa al suolo dal Vesuvio,Stava, nel trentino (anni settanta,) dallo sbracamento di una diga; Firenze devastata da un’alluvione che ha inghiottito fior di libri, altri eroicamente salvati da una catena di interventi solidali di magnifici giovani e cittadini. Una devastazione ad opera di una natura distruttiva o belluina, compreso il terremoto dell’Aquila, MA…gli uomini avranno o no le loro colpe o responsabilità? Certo che sì. Possiamo aggiungere l’aggettivo “vendicativa”? Senz’altro. La natura si vendica del pregresso e del presente,delle ruberie,furberie, superficialità o incompetenze di furfanti patentati,politici e non. Non solo la Naturalis Historiae (Storia naturale, Plinio) ma anche la storia dell’umana specie: la forma e il destino dell’uomo sono appesi a un filo.Incautamente l’uomo ha attentato alla natura,l’ha oltraggiata scatenandone una incontestabile, violenta vendetta di cui Venezia è l’ultima,tragica vittima,purtroppo,consapevole: il terrificante traffico del Mose. Leopardi chiede (retoricamente) alla natura perché non ha mantenuto quel che ha promesso all’uomo, cioè la felicità. Oggi possiamo tristemente rispondere perché l’uomo non ha rispettato quel “contratto sociale” che presuppone il rispetto di quello naturale. Gli edifici non messi doverosamente a norma (casa studente de L’Aquila e simili), strade insicure e quant’altro. L’uomo è l’essere “in vista del quale la Natura ha evidentemente generato ogni ente del mondo fisico,animale e vegetale”,pertanto, essa vive la stessa vita dell’umanità, “…è insieme proiezione del degli uomini e immagine del loro dramma esistenziale” (G.B Conte). E’ molto triste e disdicevole che in circostanze così drammatiche ci siano gli immancabili speculatori politici tra cui il Salvator mundi nazionale, felice di “galleggiare” nella piscina di San Marco per la pesca elettorale. Magari per rimpiazzare Bologna dove il raccolto,invece,in Piazza Grande non sembra averlo molto eccitato! (gmaul)


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