LATINA – “Il PD ha sul tema della produzione di energia nucleare un atteggiamento pragmatico e realistico, ponendo attenzione prioritaria alla tematica ambientale e alle caratteristiche della nostra realtà nazionale”.

Ad affermarlo, in una nota, è Marco Cepollaro, Segretario del PD di Latina.

“Chi ripropone il ritorno al nucleare fa leva sul tema della produzione di energia con emissioni zero rispetto alle attuali fonti di energia responsabili di emissioni nocive e dannose per l’ambiente. Il ritorno al nucleare per l’Italia sarebbe inutile e sembra più un atteggiamento politico destinato ad alimentare uno scontro con la sensibilità e le politiche ambientali.
Prima dell’uscita dal nucleare avvenuta 40 anni fa, l’Italia aveva poche centrali e non per caso con un’incidenza sul fabbisogno energetico nazionale inferiore al 5%. 
In questo quadro c’è poi un’Europa impegnata a perseguire politiche volte a ridurre fino a zero le emissioni, impiegando come leva principale le fonti alternative, ossia quelle rinnovabili come il solare e l’eolico per produrre energia pulita.
La conformazione territoriale della nostra nazione, con un territorio limitato, di grande pregio culturale, ambientale ed agricolo, rende poi estremamente difficile l’individuazione di siti idonei anche in ordine al tema del rischio sismico. Oggi cercare nuovi siti sarebbe quasi impossibile per la scarsezza di territori idonei e per la prevedibile avversione delle comunità interessate. Ricordiamo che a breve saranno trascorsi 40 anni dal referendum e ancora non riusciamo ad individuare il sito nazionale di stoccaggio delle scorie pericolose. 
La possibilità di riattivare le vecchie centrali ci vede contrari in modo netto, ma occorre specificare che risulterebbe comunque impossibile.
La SOGIN stessa è intervenuta sul punto, sottolineando come il livello del decommissioning della centrale nucleare di Latina sia ormai in fase avanzata. I lavori di smantellamento in corso e l’obsolescenza della struttura di Borgo Sabotino non consentono credibilmente una riattivazione sotto il profilo tecnico. L’impianto di Latina è stato realizzato tra il 1958 ed il 1962, ed è composto da un unico reattore da 220 MW di potenza, alimentato ad uranio naturale moderato a grafite e raffreddato con anidride carbonica; stiamo parlando della prima centrale nucleare ad entrare in funzione in Italia, divenuta proprietà della Sogin nel 1999 con l’obiettivo del decommissioning e da quell’epoca è in atto la fase di smantellamento. 
Costruire nuove centrali nucleari ha costi elevatissimi, al punto da rendere antieconomica la produzione di energia elettrica. Oggi i programmi nucleari sono ridotti all’efficientamento delle centrali vecchie e sono pochissimi i progetti di sviluppo di nuovi impianti nei paesi economicamente piu’ avanzati che puntano su energia pulita. Le proiezioni al 2050 sul ruolo dell’energia nucleare nella produzione a livello mondiale e’ destinato a diminuire drasticamente.
Infine, i tempi di costruzione di nuovi impianti sono molto lunghi, potendo arrivare anche oltre i 10 anni se si considera tutto l’iter autorizzativo, e sono incompatibili con le prescrizioni europee sulla decarbonizzazione, che va invece perseguita attraverso il ricorso spinto alle fonti energetiche alternative (solare fotovoltaico, idroelettrico) anziché attraverso il ritorno all’energia prodotta dall’atomo, nonché attraverso una politica spinta di risparmio energetico.
Anche il rischio di incidenti e la loro gravita’ non devono essere sottovalutati. La tecnologia attualmente disponibile, pur migliorata rispetto a 40 anni fa, non ha superato i problemi principali come le gravi conseguenze in caso di incidente e il tema dello smaltimento delle scorie pericolose rimane irrisolto. Siamo favorevoli ad investire nella ricerca nella prospettiva del “nucleare pulito”, ossia la produzione di energia da fusione, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo e riteniamo che la combinazione di questi fattori debba farci intraprendere strade differenti da quella del ritorno al passato.
Abbiamo bisogno di energia pulita in tempi brevi e le fonti rinnovabili, insieme all’efficientamento energetico, rimangono gli strumenti con risultati nettamente superiori per tempi, costi economici ed ambientali e per volume di energia prodotta.
Quindi, NUCLEARE no grazie“.

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