Titolo: Un tram che si chiama Desiderio
Autore: Tennessee Williams (1911 – 1983) dell’omonimo dramma (1947 – Premio Pulitzer per la drammaturgia (1948)
Traduzione: Masolino D’Amico
Adattamento: Pier Luigi Pizzi
Regia e scene: Pier Luigi Pizzi
Musiche: Matteo D’Amico
Artigiano della luce: Luigi Ascione
Durata: 150 min.
Cast: Mariangela D’Abbraccio (Blanche Du Bois), Daniele Pecci (Stanley Kowalski), Angela Ciaburri (Stella Kowalski), Stefano Scandaletti (Harold Mitchell “Mitch”), Erika Puddu (Eunice Hubbel), Massimo Odierna (Steve Hubbel), Giorgio Sales (Pablo Gonzales), Francesco Tavassi (Dottore),Stefania Bassino (Infermiera), Giorgio Sales (Giovane).
Il teatro Quirino di Roma, intestato a Vittorio Gasman, ha messo in scena il dramma Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams nel periodo 1- 6 febbraio 2022, per recuperare la stagione 2019/2020 sospesa a causa del lockdown Covid-19.
Dopo che i beni di famiglia, tra cui anche la casa, erano stati pignorati in seguito a debiti pregressi, Blanche Du Bois (Mariangela D’Abbraccio) di origine francese, rimasta vedova, è costretta a trasferirsi in casa della sorella Stella (Angela Ciaburri), che vive a New Orleans con il marito, Stanley Kowalsky (Daniele Pecci) di origine polacca, e che è all’oscuro di tutte le beghe legali della sua famiglia. Blanche piomba all’improvviso e per coprire il suo passato burrascoso escogita una serie di bugie tra cui quella di essersi presa, in quanto insegnante di lettere, un’aspettativa di lavoro per le sue frequenti crisi di nervi. Neppure è arrivata che cerca di prendere il sopravvento dando rilievo alla negligenza con cui Stella cura il monolocale in cui vive. E non solo. Blanche instaura anche un rapporto polemico con il cognato, perché vede in lui, data la sua origine, un uomo ordinario, rude, sgarbato, insensibile, che esprime un carattere maschilista e una dirompente sessualità. Stanley, da parte sua, vuole vederci chiaro e la incalza chiedendole che fine abbiano fatto tutti i soldi e la casa. Blanche, pur essendo una donna raffinata, è un’alcolizzata, rimasta vedova in seguito al suicidio del marito omosessuale. Per questo, mentre è ospite dalla sorella, Blanche cerca di rifarsi una vita con il mite Mitch (Stefano Scandaletti), ma non ci riesce perché Stanley scopre la verità sul suo passato travagliato e scandaloso e la svela all’amico. Questo determina l’acuirsi della situazione conflittuale tra i due che disorientata porterà Blanche definitivamente alla pazzia, già latente in lei.
“Un tram che si chiama Desiderio” è una disamina drammatica sui mali di una società decadente e perbenista, generati da fissazioni e pregiudizi sull’omosessualità, sul sesso, sulla femminilità, sul disorientamento mentale, ma anche e soprattutto sulla concezione sbagliata di famiglia.
“La leggenda vuole che fosse proprio su un tram, su cui girovagava da studente, che il giovanissimo Tennessee Williams si facesse l’idea di un dramma che svelava il lato oscuro del sogno americano. Questa storia divenne il capolavoro di Williams, un testo amato, odiato, comunque conosciuto in tutto il mondo, una pietra miliare del teatro e del cinema che ancora oggi si continua a leggere e a vedere rappresentato con interesse ed emozione. Una storia in tre atti che alzava il velo sulla macchina oppressiva della famiglia, dell’anima ipocrita dei pregiudizi, la feroce stupidità delle paure morali”.
Il regista Pier Luigi Pizzi mostra la sua grande e lapalissiana maestria nel dirigere, da una parte, Mariangela D’Abbraccio, che rivela con disinvoltura ritmico-espressiva e interpretativa il profondo e incurabile malessere di Blanche, una donna ormai perduta che è in disagio con se stessa e con gli altri, e, dall’altra parte, Daniele Pecci, che ad una bellezza fisica ineccepibile fa viceversa corrispondere con scioltezza e sagacia uno squallore interiore profondo e incorreggibile.
Francesco Giuliano
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