Il secolo XVII secolo, in Europa, pur avendo la chiesa cattolica tramite l’inquisizione manifestato un’opposizione sistematica al diffondersi del progresso intellettuale, di cui ne furono vittime tra i più illustri il filosofo italiano Giordano Bruno (1548-1600) condannato al rogo e l’astronomo italiano Galileo Galilei (1564–1642) costretto ad abiurare le sue scoperte astronomiche, e lo stesso chimico irlandese Roberto Boyle (1627-1691) nel suo trattato Il chimico scettico (1661) a non poter scrivere la parola “atomo” per evitare di essere inquisito, è stato popolato da personaggi illustri come l’astronomo tedesco Giovanni Keplero (1571–1630), il filosofo inglese Francesco Bacone (1561–1626), il fisico inglese Isacco Newton (1642 – 1726), il filosofo francese Cartesio (1596 –1650), il fisico francese Biagio Pascal (1623 -1662), il filosofo tedesco Goffredo W. von Leibniz (1646–1716), il drammaturgo inglese William Shakespeare (1564-1616), il musicista tedesco Giovanni Sebastiano Bach (1685-1750), il musicista italiano Antonio Vivaldi (1678-1741), il filosofo olandese Baruch Spinoza (1632-1677). Costoro con i loro studi, la loro creatività e le loro idee posero le basi del movimento culturale, noto come Illuminismo, che nel XVIII secolo diede un forte impulso rivoluzionario alla coscienza intellettuale e morale tesa a riformare la società, la politica e la cultura grazie alle capacità critiche e razionali dell’essere umano ed a porre un freno al potere assoluto e al dogmatismo ecclesiastico. In questo contesto, in Inghilterra fu fondata in modo informale la Lunar Society (Società Lunare) di Birmigham, un circolo sui generis costituito da grandi intellettuali del cosiddetto Illuminismo delle Midlands che nel loro insieme esprimevano tutti gli aspetti culturali del tempo: Erasmus Darwin (1731–1802; filosofo naturalista e poeta), nonno del più famoso Charles che elaborò la teoria dell’evoluzione della specie; Matthew Boulton (1728–1809; ingegnere), inventore della macchina a vapore assieme a James Watt (1736–1819; ingegnere meccanico e chimico) che inventò anche la valvola di regolazione della stessa; Joseph Priestley (1733-1804; chimico e filosofo naturalista), inventore dell’acqua gassata, scoprì diversi gas, tra cui l’anidride solforosa, l’acido cloridrico, l’ammoniaca e anche l’ossigeno, che chiamò aria deflogisticata, elemento chimico che però, precedentemente, era stato identificato dal farmacista svedese Karl Scheele; Josiah Wedgwood (1730–1795; produttore di ceramiche); James Keir (1735–1820; chimico e geologo); Thomas Day (1748–1789; scrittore che enfatizzò gli ideali educativi rousseauviani). Altri membri furono la poetessa romantica Anna Seward (1742-1809); il pittore paesaggista Joseph Wright (1734-1797); la poetessa Susanna Wright (1697-1784); lo scrittore e poeta Samuel Johnson (1709-1784); il tipografo John Baskerville (1707-1775); il poeta William Shenstone (1714-1763) e gli architetti James Wyatt (1746-1813) e Samuel Wyatt (1737-1807). Nel 1765 ne fece parte anche il medico William Small (1734-1775), che fu presentato a Boulton per lettera da Benjamin Franklin. La Società Lunare, fondata presumibilmente nel 1760 circa, fu chiamata così perché ogni mese approfittando della luce della luna piena i suoi membri potevano di notte ritornare a casa in sicurezza. La società era sui generis in quanto non aveva una sede e le riunioni si tenevano, a Birmingham, di volta in volta in posti diversi: la casa di Lichfield di Darwin, la casa di Boulton, la Soho House, ecc. . Dal continuo confronto delle idee dei suoi membri, la Società Lunare in circa cinquant’anni (1760-1813) diede una forte spinta alla creatività nei diversi settori della scienza, della tecnica, della letteratura e dell’arte. Priva di uno statuto, di un’anagrafe e senza verbali delle diverse riunioni, la sua esistenza è stata ottenuta dalle lettere di corrispondenza dei suoi membri e dagli appunti dei medesimi. Secondo alcuni essa ha cessato la sua prolifica attività nel 1791, secondo altri nel 1813.
La Lunar Society si può considerare il primo esempio storico di “Terza cultura”, intesa come connessione tra il sapere scientifico e il sapere in generale. L’agente letterario statunitense John Brockman nel libro La terza cultura. Oltre la rivoluzione scientifica (Garzanti, 1995), infatti, scrive: «per terza cultura s’intende l’attività di quegli scienziati che sanno dire cose nuove e interessanti sul mondo e su noi stessi: che le sanno raccontare a un pubblico vasto, diffondendo la conoscenza oltre i confini angusti dell’accademia … la terza cultura si configura come l’abbozzo di una nuova filosofia naturale, incardinata sui concetti di complessità ed evoluzione. Sistemi altamente complessi – come gli organismi, il cervello, la biosfera o l’universo – non rispondono al piano di una mente superiore; sono piuttosto il frutto di una lunga evoluzione … le idee che presento sono di un genere speculativo: esse rappresentano le conoscenze di frontiera dei campi della biologia evoluzionistica, della genetica, dell’informatica, della neurofisiologia, della psicologia e della fisica. Queste discipline cercano di rispondere a domande basilari del tipo: Da dove viene l’Universo? Qual è l’origine della vita? Come nasce la mente?». In effetti, egli considera il sapere scientifico e quello umanistico sotto una visione unitaria, il cui sviluppo è importante e basilare per lo scenario culturale futuro condizionato dalla globalizzazione e dalla rete, e sarebbe utile a comprendere meglio l’origine e l’evolversi della pandemia Covid-19. Lo scienziato e romanziere inglese Charles Percy Snow prima di lui aveva scritto nel saggio Le due culture (Feltrinelli,1964): «… che la vita intellettuale, nella società occidentale, si va sempre più spaccando in due gruppi contrapposti (scientifico e umanistico). … Nella storia dell’attività mentale è qui che si sono prodotte alcune fratture. Le occasioni ora ci sono. Ma sono, per così dire, sospese nel vuoto, per il fatto che i membri delle due culture non riescono a parlarsi … . C’è una sola via per uscire da questa situazione: e naturalmente passa attraverso un ripensamento del nostro sistema educativo». In Italia tale spaccatura ebbe inizio con la riforma della scuola avvenuta nel 1923.
Francesco Giuliano
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