Celentano e il Ritorno al Passato

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La reazione del Sindaco Matilde Celentano all’intervento di Palluzzi, Vice Presidente di ANCE, ha fatto emergere la poca coerenza di questa amministrazione in materia di urbanistica. In controtendenza con le più innovative strategie di sviluppo urbano italiane ed europee, la maggioranza continua ad insistere sul portare le auto in centro millantando vantaggi per le attività commerciali (una concezione antistorica non supportata da studi scientifici) quando invece si dovrebbe favorire il processo di pedonalizzazione del centro, se l’obiettivo è quello di apportare benefici alla collettività tutta, favorire la salute delle persone e supportare la mobilità pedonale. Sperimentare il ritorno del verde per costruire viali alberati in galleria, sarebbe, ad esempio, un modo sostenibile per proteggere i pedoni in città e garantire vivibilità anche contrastando i picchi di calore estremo in estate, far respirare i suoli, permetterne la permeabilità e mitigare i fenomeni correlati al cambiamento climatico, tema molto caro al Pd. Oltre a non mostrare interesse a riguardo, la Sindaca riserva al centro il pigro progetto di affidare ogni immobile pubblico all’università. Si può fare un confronto aperto? Per esempio, a Latina non abbiamo una pinacoteca con spazi adeguati né un centro espositivo per le grandi mostre: l’ex Banca d’Italia con gli spazi e la sicurezza di cui dispone (caveau) potrebbe ospitare grandi eventi culturali come mostre d’arte con attrazione di pubblico nazionale ed internazionale. Il centro non può diventare quartiere universitario, deve anzi mantenere la sua molteplicità di funzioni, spesso incompatibile con la necessità di laboratori di ricerca che  l’università richiede e per cui servono spazi nuovi. In quest’ottica, è fondamentale ripensare l’università come attrattiva per le giovani menti anche in prospettiva di un connubio con le imprese, la ricerca e lo sviluppo innovativo del nostro sistema industriale sui settori più avanzati. È con la stessa noncuranza dell’ambiente che si parla poi di ipotetici interventi strutturanti per la Marina, non considerando l’influenza che hanno i fenomeni correlati al cambiamento climatico, come l’erosione costiera. Palluzzi a tal proposito lancia suggestioni non condivisibili, già ampiamente fallite come liberare il lungomare da tutto il costruito arretrando le cubature dietro la fascia costiera, operazione realizzabile solo attraverso la concessione di premialità che raddoppierebbero tutta la cubatura da delocalizzare (senza contare la cubatura prevista dalle previsioni di piano non attuate). Ci si trova dinanzi ad un’impostazione all’antitesi del modello di sviluppo urbano contemporaneo, con scelte prevalentemente espansionistiche, quando invece il processo di pianificazione della marina dovrebbe declinarsi favorendo la mixitè funzionale per investimenti e destagionalizzazione. Pensiamo alla pedonalizzazione del lungomare, con la realizzazione di viabilità trasversale capace di ridistribuire i flussi veicolari, poli e servizi urbani e territoriali, il restauro ambientale della fascia retrodunale, servizio ecosistemico in stretta connessione con il lago di Fogliano; la ridefinizione del water front della Marina attraverso un concorso internazionale di progettazione, per servizi come il turismo sportivo e quello congressuale con una proiezione dell’offerta sull’intero anno. La nostra posizione è alternativa alla visione miope della Giunta che fa proprie le sollecitazioni degli stakeholders. Sono da coinvolgere tutti gli enti del terzo settore e i Dipartimenti delle Università attualmente al lavoro sui temi della Città per un confronto aperto, pubblico e con disponibilità all’ascolto.


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