Un singolare caso quello che ha coinvolto la signora Francesca Marino, pensionata 78enne di Latina. Qualche settimana fa la donna, a seguito del decesso di uno zio celibe e senza figli, del quale è divenuta unica erede, ha ritrovato la ragguardevole somma di 180.000.000 di lire in banconote di vario taglio nascoste nell’intercapedine di un muro di una casa di campagna a Catania.

La donna ha inizialmente contattato la Banca d’Italia per chiedere informazioni per effettuare il cambio ma si è sentito rispondere che lo stesso non era più possibile trascorsi dieci anni dall’entrata in circolazione dell’euro (2002).

Si è rivolta quindi all’Associazione Giustitalia – che si occupa, tra le altre cose, a livello nazionale ed internazionale della conversione lire/euro – per ottenere il cambio forzosamente tramite una richiesta di conversione avanzata davanti al Tribunale Ordinario.

Del caso si stanno occupando gli avvocati Fabrizio Cerasa e Angela Putzulu che sottolineano come, in Italia, la situazione nel corso degli anni si sia evoluta in queto modo: il 28 febbraio 2002 le banconote e le monete in lire hanno cessato di avere corso legale. Il termine ultimo per la conversione delle banconote in lire non prescritte era fissato al 28 febbraio 2012. Il 6 dicembre 2011 il legislatore ha anticipato la prescrizione delle lire dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011, con decorrenza immediata. Il 7 ottobre 2015 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma, nella parte in cui disponeva l’anticipazione della prescrizione delle lire rispetto al termine originario.  Il 21 gennaio 2016 il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel dare esecuzione alla sentenza della Corte Costituzionale e al fine di garantire certezza e trasparenza alle operazioni di conversione, ha previsto l’onere, a carico del soggetto che richiede la conversione, di dimostrare di aver presentato la richiesta di cambio delle lire tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo. Il 22 gennaio 2016 le Filiali della Banca d’Italia aperte al pubblico hanno iniziato a effettuare le operazioni di cambio delle lire nel rispetto delle istruzioni impartite dal MEF. Le operazioni di cambio eseguite nel periodo 22 gennaio 2016 – 31 maggio 2021 sono state 263, per un importo complessivo di 2.661.596,96 euro. A tutto questo va aggiunta la corrispondenza tra il Governatore della Banca d’ Italia Ignazio Visco e l’allora Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, in cui si ipotizza una riapertura dei termini.

“Orbene – sostengono gli avvocati – anche se (con questi riferimenti normativi) attualmente in Italia esiste una prescrizione ordinaria decennale per l’esercizio dei diritti di credito (come sostiene Bankitalia) – prescrizione che non esiste in tutti gli altri Paesi della Comunità europea dove è ancora possibile “cambiare” in euro l’ex moneta nazionale – è altrettanto vero che il termine iniziale dei dieci anni decorre da quando il soggetto può far valere il proprio diritto (art. 2935 c.c.), quindi nel caso di specie dalla data di ritrovamento delle banconote, ritrovamento che risale a poco tempo fa”.

Insomma, la legge è dalla part della signora. La speranza è che riesca in breve tempo ad entrare in posse dell’ingente somma.


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