I miei voti a scuola? Colpa di una condanna
Quando frequentavo la scuola media Aleardo Aleardi di Latina conobbi un bravo insegnante che in prima media mi assegnò ottimi voti in educazione artistica. Arrivato in classe seconda, il professore cambiò improvvisamente l’atteggiamento nei miei confronti. Giovanni Di Lucia era un pittore e scultore famoso e apprezzato in città, stimato per il magnifico busto di Dante Alighieri realizzato con cura e competenza. I miei voti mutarono improvvisamente in modo negativo. Perche? Mia madre – preoccupata – si recò a scuola al consueto ricevimento dei professori, parlando con Giovanni Di Lucia apprese una cosa impensabile. “Signora – disse – un suo stretto parente mi ha condannato a morte durante il servizio militare, ero arrivato in forte ritardo in caserma in Eritrea”. Si riferiva al generale Silvio Iannuccelli, mio zio, procuratore capo militare ad Asmara per molti anni. Il giurista si è distinto in diverse azione umanitarie. In particolare, nel 1941, ha salvato i beni in oro della comunità italiana, facendoli portare dagli interessati nella cripta della cattedrale cattolica prima dell’arrivo delle truppe inglesi. I miei voti scolastici, insomma, dipendevano dalle decisione di uno di famiglia che viveva nella capitale dell’Eritrea – colonia italiana – durante il secondo conflitto mondiale. Da quell’episodio ho colto al volo l’occasione per scrivere il fortunato libro “Il tesoro di Asmara”.
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