Il piccolo principe di Antoine De Saint-Exupéry

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I grandi non capiscono mai niente da soli, ed è faticoso per i bambini, star sempre lì a dargli delle spiegazioni.                                                    Antoine De Saint-Exupéry

Leggere da bambini o da adolescenti e adulti le fiabe favolose, le storie stravaganti e i racconti come Il piccolo principe dello scrittore francese Antoine De Saint-Exupéry (1900-1944), è un piacere cognitivo enorme perché si ha la possibilità di sognare, di nutrire la nostra immaginazione e di meravigliarci per la capacità di indurci a fantasticare e a riflettere su noi stessi e sul mondo che ci circonda.

 Il piccolo principe è considerato un classico della letteratura universale che consente, parafrasando lo scrittore Italo Calvino, di rappresentare e analizzare la nostra esistenza e quella degli altri. Ha scritto il critico letterario Pietro Citati: «La grande letteratura è la voce con la quale l’uomo parla a se stesso, in un linguaggio che esprime con infallibile evidenza l’infinita, contradditoria e oscura trama di pensieri e sentimenti, sogni e passioni, che da sempre agitano l’animo umano”.

L’affascinante e gustosa storia de Il piccolo principe (Newton Compton editori), corredata dagli acquarelli dell’autore, è stata scritta dallo scrittore, poeta e aviatore Antoine De Saint-Exupéry nel 1943, un anno prima della morte, ed ha avuto una immensa fortuna, un successo planetario, perché tradotta in oltre 250 lingue con oltre 140 milioni di copie vendute.

Il racconto prende in esame temi di vita di grande importanza che, pur ambientati in realtà lontane (pianeti, deserti, foreste vergini, giungla…) riescono a toccare il cuore di ogni lettore di qualsiasi età.                    L’incipit del racconto surreale e magico è una delusione subita da un bambino di sei anni da parte degli adulti incapaci di comprendere i suoi disegni ed è costretto a scegliere un altro mestiere: pilotare gli aerei. A seguito di un guasto al motore il protagonista in solitudine, come il celebre Robinson Crusoe, è costretto a vivere nel deserto del Sahara, dove incontra «un ometto» (il piccolo principe) che lo invita a disegnare una pecora.

Il piccolo principe è un bambino che proviene da un minuscolo pianeta, dal lontano asteroide B 612, su cui vive in compagnia di tre vulcani attivi (di cui uno spento) e  di una rosa, piccola e vanitosa. Da questo pianeta è partito per un lungo viaggio attraverso il cosmo, durante il quale racconta di aver incontrato tanti bizzarri personaggi: un vecchio re solitario, un monarca assoluto che non aveva sudditi da governare, un vanitoso che desiderava essere applaudito, un ubriacone sprofondato in una grande malinconia, un uomo d’affari sempre occupato a fare i conti e a contare le stelle, un lampionaio molto disciplinato, fedele agli ordini, e un geografo che, nel suo ufficio, annota su un librone-registro dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti.

L’ultimo pianeta visitato dal piccolo principe è la Terra in Africa, dove si contano due miliardi di adulti che, messi tutti in piedi e vicini, occuperebbero molto poco spazio. Nel suo peregrinare nel deserto il piccolo principe ha molti incontri: dapprima un serpente, poi un unico fiore a tre petali, poi ancora un giardino fiorito di rose, una volpe triste che chiede di essere addomesticata, un deviatore di binari che smista i viaggiatori e, infine, un mercante di pillole che cerca di placare la sete e a tutti chiede di voler incontrare degli uomini, degli amici con i quali allacciare dei legami.

Questi strani incontri con stravaganti personaggi hanno un significato allegorico, da cui è possibile trarne utili insegnamenti, profonde riflessioni e meditazioni anche di ordine filosofico, riguardanti il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia.

Tra l’aviatore, «un pilota alle prese con un guasto al motore» che rimane bloccato fra le dune del deserto,  e il piccolo principe, «ragazzino biondo, con la sciarpa allungata dal vento», nasce una semplice e sincera amicizia che si rafforza nella ricerca, nell’immensità del deserto. di una fontana e di un pozzo per non morire di sete.

Il finale triste e misterioso della storia, narrata in maniera poetica, è bene lasciarlo ai lettori bambini e adulti che potranno ricordarlo per le lezioni di vita che possono trarne, tenendo a mente alcune frasi da includere nella memoria individuale come: «Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore (l’organo della verità interiore). L’essenziale è invisibile agli occhi»; «Siamo responsabili di ciò che addomestichiamo»; «Le apparenze possono ingannarci»; «Le azioni sono più importanti delle parole»; «I dettagli sono fondamentali»; «Conosciamo innanzitutto noi stessi»; «Il tempo è alla base dell’amicizia»; «Siamo fatti di relazioni»; «Dobbiamo esprimere i nostri sentimenti»; «La libertà è il dono più grande».

Il piccolo principe, capolavoro letterario di Antoine De Saint-Exupéry, magico favolista, che in un’atmosfera di sogno si esprime per allegorie di luminosa intensità, può essere considerato come un racconto magico di avventura per l’infanzia, un’opera grafica di un abile disegnatore, un romanzo di formazione, un saggio originale di straordinario spessore, un libro illustrato, affascinante e autobiografico, che, scritto per bambini e adulti, intreccia sguardi psicologici, linguistici, letterari, semantici, ermeneutici e spirituali.

 


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