La storia della famiglia Scuoch che da Grimacco arrivò a Borgo Isonzo parlando la lingua slovena

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La storia della famiglia Scuoch approdata nel 1934 a Littoria è davvero interessante. Dieci figli – cinque uomini e cinque donne – al seguito di Valentino, combattente nella prima guerra mondiale. Arrivarono da Grimacco, piccolo paese nelle vicinanze di Caporetto dove gli abitanti parlavano sloveno, anche adesso mantengono quella lingua. Grimacco – provincia di Gorizia – dista pochi chilometri dal confine tra Italia e Slovenia, conta appena 400 abitanti in seguito a una continua migrazione verso altri posti. Alla numerosa famiglia Scuoch fu assegnato un podere dall’Opera nazionale combattenti in zona Pantanaccio, risultato troppo piccolo per soddisfare le esigenze di tutti, poi si traferirono Borgo Isonzo con 37 ettari di terra coltivabile a disposizione. Li conoscevano tutti, cercando di capire qualche parola di sloveno che ritenevano una lingua difficile, poi abbandonata per un italiano con cadenza veneta come tanti abitati dei borghi circostanti Latina. Qualche diffidenza non mancava, i vicini di casa li consideravano “stranieri”. Nel mondo dello sport era molto conosciuto e stimato Giuseppe “Bepi” Scuoch, presidente nel 1972 del Borgo Isonzo che disputava la terza categoria di calcio sul campo dei Marocco, in via Torre Nuova. Vinsero due campionati consecutivi tra l’entusiasmo di una nutrita tifoseria, ricca di passione. Dopo la seconda guerra mondiale un membro della famiglia Scuoch, Ermenegildo, si recò in Brasile, senza far sapere più nulla tra la disperazione dei parenti. Un nutrito gruppo di rurali pontini andò a vivere in una colonia agricola nella città brasiliana di Pedrinas Paulista ma non figuravano degli Scuoch nell’elenco dei partenti. Friulani e Sloveni rappresentano due popoli che da sempre vivono vicini, che condividono fortune e traversie, due comunità che adesso godono di cittadinanza europea. Lontane le divisioni e le polemiche tra Gorizia e Nova Gorica, cittadina creata per volontà del maresciallo Tito nella ex Jugoslavia. Un momento esemplare legato a crocevia di popoli e lingue, religioni e culture, un modello di convivenza.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.